Da Schumi a Vale Una pista epica

Leo Turrini

Mille volte Ferrari. È una buona notizia, l’ufficializzazione di un Gran Premio di Formula Uno al Mugello il prossimo 13 settembre. È una buona notizia per una serie di ragioni che andrò brevemente ad illustrare.

Prima cosa. In questo sgangherato paese, diviso su tutto, anche in tempi di post pandemia, c’è ancora un gruppo di amici, citazione da Antonello Venditti, che non si arrendono mai. Nel caso specifico, l’azienda di Maranello, la Regione Toscana e il Comune di Firenze hanno sommato le energie per arrivare ad un risultato condiviso. Portare le monoposto al Mugello, in un contesto oggettivamente complicatissimo, è un atto di fiducia in un futuro che non può essere soltanto un piagnisteo diffuso e collettivo. Reagire si può, a patto di credere nella ripartenza.

C’è poi un elemento romantico fortissimo. Non debbo essere io a narrare la valenza simbolica del marchio Ferrari per la coscienza nazionale. Giratela come vi pare, esercitate tranquillamente la poco nobile arte dello snobismo, infine prendetene atto: quelle macchine lì, Rosse, sono un nostro patrimonio.

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