Martedì 23 Aprile 2024

Da Rabiot a Vlahovic: Juve, è l’ora dei tagli

Il club respinge le accuse della procura di Torino ed Elkann esclude un altro aumento di capitale: ma partiranno i big per sanare i conti

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di Paolo Grilli

Il terremoto societario è solo un capitolo del thriller della Signora. Dopo la tabula rasa del Cda potrebbe arrivare, con l’inverno, la bufera. Intesa sia sul piano giudiziario – la procura di Torino ha pronta la richiesta di rinvio a giudizio per gli ormai ex vertici del club a conclusione dell’inchiesta ’Prisma’ che ha spaziato dalle plusvalenze alle false fatturazioni – sia su quello sportivo. Se la procura Figc ravvisasse infatti illeciti relativi al bilancio e al pagamento degli stipendi, potrebbe ritornare ad occuparsi della Juve: con il rischio, per la società, di una penalizzazione anche a campionato in corso.

Alla Continassa, però, si cerca di rialzare la testa, almeno per un giorno. E un comunicato ufficiale rigetta con garbo misto a decisione le accuse degli inquirenti. "Il trattamento contabile adottato nei bilanci contestati – si legge nella nota – rientra tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili; le contestazioni della Procura non paiono fondate e non paiono, peraltro, né quanto a presupposti, né quanto a conclusioni, allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022". "In assenza di alcuna alterazione contabile – si legge ancora nel comunicato del club bianconero – ogni sanzione sportiva risulterebbe del tutto infondata. Nella convinzione di aver operato sempre correttamente, Juventus FC intende far valere le proprie ragioni e difendere i propri interessi, societari, economici e sportivi, in tutte le sedi".

La società ritiene di essere nel giusto, ma più di un dubbio emerge, allora, sul perché sia stata posta fine all’era del presidente Andrea Agnelli. John Elkann rassicura intanto sulla ’sostenibilità’ della rivoluzione in atto dal punto di vista economico. "La Juventus non ha bisogno di aumenti di capitale ha una direzione chiara davanti a sé – dice l’ad di Exor –. Maurizio Scanavino ha fatto bene e l’allenatore Massimiliano Allegri ha molta esperienza ed è forte sul campo come ha dimostrato nelle ultime vittorie".

Si cerca di tenere la barra dritta, ma va da sé che il bilancio più in rosso della storia bianconera, l’ultimo, richieda ora misure drastiche per evitare un affondamento. Il nuovo corso, con i soli Allegri e Cherubini a rappresentare il ’vecchio’ club, dovrà passare da dolorose rinunce. Il monte ingaggi della Signora ammonta a più di 100 milioni netti a stagione, qualcosa di insostenibile al momento: ecco perché sembra inevitabile che a giugno, se non già a gennaio, si proceda a dare una pesante sforbiciata ai costi. Tra i primi a partire, probabilmente, Angel Di Maria: la stella che non ha mai brillato. Poi Alex Sandro, la bandiera in scadenza a giugno, che ben difficilmente rinnoverà. Sempre l’estate prossima potrebbe essere quella d’addio per Adrien Rabiot e Juan Cuadrado, anch’essi sotto contratto fino al 2023.

Si passa poi a nomi ancora più caldi. Quelli di Federico Chiesa e Dusan Vlahovic, le giovani stelle con l’etichetta di trascinatori del futuro per la Signora. Ora però tutto è cambiato e la stringente necessità di rimpinguare le casse potrebbe comportare il sacrificio di uno dei due. Probabilmente del serbo, mai davvero sulla lunghezza d’onda del confermatissimo tecnico.

Spazio quindi a Miretti, Fagioli, Iling e Kean, nel futuro prossimo della Juve.

Allegri, intanto, sarà stamani docente per un giorno alla Università Politecnica delle Marche parlando agli studenti di “Team working e comunicazione delle vittorie e delle sconfitte“. Mai come ora deve fare appello alla propria esperienza per fare squadra. Con quello che potrà rimanerne.