Venerdì 19 Aprile 2024

Da Fede a Greg, finalmente le Olimpiadi

Mancano 100 giorni al via: già 228 gli azzurri qualificati. I Giochi più attesi della storia ci possono regalare il record di medaglie

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di Gianmario Bonzi

Più che i Giochi della rinascita, che comunque si spera ci sia nella prossima estate, saranno i Giochi dell’esempio. Simbolo di una nuova era che si spera possa aprirsi di lì a poco. Mancano cento giorni a Tokyo 2020, nel 2021, XXXII Olimpiade della storia, la seconda nella capitale giapponese dopo il 1964, la prima posticipata di un anno (a seguire le tre cancellate nel 1916, 1940, 1944). Ovviamente non potranno essere i vostri "consueti" Giochi, questo no, non fosse altro perché il pubblico, eventuale, sarà solo nipponico ed è per questo che anche in un recente sondaggio il popolo locale vorrebbe la cancellazione della manifestazione, nel 72% degli interpellati. I giapponesi sono precisi e metodici e queste Olimpiadi, non potendo essere uguali alle precedenti, vengono vissute come un qualcosa di diverso, estraneo, quasi di "forzato", che sarebbe meglio non ci fosse. Pensiero legittimo, poi però bisogna pensare anche a loro, ai veri protagonisti di cui spesso ci si dimentica, cioè gli atleti, che hanno allungato preparazione e carriera di un anno (non tutti, qualcuno si è ritirato, leggi Cagnotto e Di Francisca in casa Italia) per esserci. Gli atleti, basta parlarci, queste Olimpiadi le vogliono eccome, anzi, le esigono, le sentono comunque loro, con o senza pubblico, nella "bolla" e con tutte le restrizioni del caso. Basta che si gareggi. Fine. C’è da capirli. Dietro una qualificazione a cinque cerchi c’è una vita di impegno e sacrificio (sportivo). Ma certo i riferimenti sono stati pochi, dallo scorso anno, più o meno in tutti gli sport, i controlli antidoping magari allentati in qualche momento e soprattutto un anno in più può consentire a ragazzi giovanissimi (vedi la ranista azzurra Benedetta Pilato) di essere protagonisti nel 2021, quando invece non lo sarebbero stati ancora nel 2020. Morale, per dirla come il Presidente del Coni, Giovanni Malagò "a Tokyo vedremo dei risultati insospettati e insospettabili, in tante discipline". Ah, tra parentesi: il 13 maggio 2021 a Milano ci sarà l’assemblea elettiva, con tre candidati alla presidenza del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, situazione mai verificatasi prima. Si terrà allo storico "Tennis Club Alberto Bonacossa", dove Giulio Onesti fece svolgere 75 anni fa le prime elezioni nel dopoguerra, con Antonella Bellutti, bi-olimpionica della pista tra Atlanta 1996, Sydney 2000, e l’ex n.1 della Federciclismo, Renato Di Rocco, a sfidare il favoritissimo Giovanni Malagò. E l’Italia, invece, che sfida lancia a Tokyo? Intanto, c’è attesa per conoscerne il portabandiera, con Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri, Aldo Montano e Giovanni Pellielo (se riuscirà a qualificarsi) in "lotta" per il ruolo di alfiere azzurro. Pellegrini potrebbe concedere il bis come Ugo Frigerio ed Edoardo Mangiarotti, Pellielo è nome mitico, pur senza titolo olimpico; Paltrinieri un esempio fuori e dentro la vasca, Montano un cognome suggestivo, perché simbolo di una dinastia capace di conquistare medaglie olimpiche con tre generazioni diverse, come capitato solo ai norvegesi Lunde nella vela, tra il 1924 e il 1960. Vinca il migliore, non ci sbilanciamo. Se l’Italia sportiva è in crisi nera per la chiusura di palestre e palazzetti (di sicuro un’intera generazione di futuri campioni potrebbe essere stata cancellata), a Tokyo gli azzurri potrebbero raccogliere un buon bottino, anche migliore di Rio (28 medaglie, 8 ori), tenendo però conto che ci saranno cinque discipline in più, karate, skateboard, arrampicata sportiva, surf, baseballsoftball (di ritorno) e quindi si alzerà l’asticella per tutti. Scherma (per la prima volta con 12 eventi da medaglia) e nuoto sembrano essere i forzieri azzurri, con vista sul Giappone. Cento giorni per sognare. Sperare. E un po’ anche pregare...