Mercoledì 24 Aprile 2024

Da Del Piero a Chiellini, Juve l’identità perduta

Il tracollo legato all’addio dei simboli, rimpiazzati con giocatori slegati dalla maglia: e oggi col Toro il confronto con chi ha un’anima forte

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Il mercato, Allegri, la società, i giocatori che pensano ai mondiali. Tutto vero. La Juve ha sbagliato tanto e in modi vari. Ma c’è una costante nel progressivo tracollo lungo gli anni: l’addio sistematico delle bandiere, che la società ha sostituito con giocatori e allenatori slegati dalla maglia. Quando in passato la Juventus si è trovata sull’orlo del baratro, si è affidata ai giocatori legati emotivamente al club. Oggi questi giocatori non ci sono più. Il processo è iniziato nel 2012 con Del Piero. Il capitano non ha più rimesso piede in casa Juve, se non da ospite. Nel 2014 l’addio di Conte, sostituito da tecnici scelti per i risultati più che per l’identità bianconera: con il culmine raggiunto con Sarri, certamente non uno juventino di fede garantita. Lo spirito della BBC, acronimo simbolo della saldezza juventina, ha contagiato negli anni anche molti aggregati: da Lichtsteiner a Tevez, il cui addio è datato 2018 e 2015, sostituiti da campioni suggeriti dal mercato, Cuadrado e Higuain, con risultati alterni. Nel 2018 il primo addio di Buffon, nel 2019 quello di Barzagli, nel 2022 i saluti di Chiellini chiudevano definitivamente l’esperienza della difesa di ferro, alla quale sono stati avvicendati negli anni giocatori di grande valore, come i nazionali brasiliani Danilo, Alex Sandro e Bremer, nonchè De Ligt: giocatori senz’altro di livello, ma mai leader, mai decisivi, mai in grado di guidare un gruppo. Quasi di passaggio tra una partita della loro Nazionale e l’altra. Dybala, juventino acquisito, è stato costretto ai saluti nell’ultima estate, ultimo pezzo assieme a Chiellini di quella costruzione onirica che associa una maglia ad un giocatore. Bonucci, dall’addio in direzione Milano, è tornato cambiato: tecnicamente e anche emotivamente. Anzi, dallo sgabello in poi, Bonucci è diventato un ex BBC. La Juventus così smantellata ha dapprima resistito sull’onda lunga della sua forte struttura vincente: poi ha iniziato a faticare, a perdere terreno in Champions e poi in campionato. Nonostante avesse alcuni dei più grandi campioni. Tra cui Ronaldo, uno che di certo non si identifica con una maglia. E oggi che la Juventus affronta il Torino, la squadra per antonomasia espressione di carattere, motivazione, forte identificazione con i propri valori e la propria maglia, la Juventus si trova nel momento di maggiore povertà emozionale. Che è la più difficile da recuperare, perchè non c’è colpo di mercato nè campione assoluto che possa portare in campo la forte motivazione di una BBC senza nascere come tale. Diceva Cromwell: "Dai ai tuoi soldati una motivazione per combattere e vincerai ogni guerra". Eppure la Juventus di giocatori e allenatori simbolo ne avrebbe... Ma sono liberi o in altri club.