Venerdì 19 Aprile 2024

Da Danilo a Danilo, il Var è più di un mistero

L’annullamento del gol all’Inter e il mancato rigore al Verona: stesso protagonista, super confusione. Ma non doveva togliere le polemiche?

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Paolo Franci

Danilo, innanzitutto. Un gran cuore, il brasiliano che manda un video di sostegno ad un tifoso in un momento difficilissimo della sua vita e lui lo ripagherà con un tatuaggio a perenne memoria di quel gesto che gli ha dato la forza di vincere un grave malanno. Ecco, Danilo vorrebbe che si parlasse di lui - fuori dal campo - per questo. E dentro, per prestazioni scintillanti. Danilo è però il simbolo del momento per il modo in cui gli arbitri trasformano il Var, in una sorta di wakizashi, la spada dell’onore per l’harakiri dei samurai. Ecco, qui di onore ce n’è poco, di confusione tanta. Nel giro di pochi giorni siamo passati dal caso clamoroso dell’annullamento del gol di Danilo contro l’Inter: l brasiliano tira sulla sua mano ma c’è De Vrij che gliela blocca, quindi sarebbe rigore per la Juve e invece il gol viene cancellato con una bizzarra lettura al Var. E poi giovedì sera, Danilo ’para’ in tuffo su leggera deviazione di Dawidowicz dopo il tiro ravvicinato di Veloso. Succede che il braccio è altissimo, il fermo immagine imbarazzante ma per il Var il movimento è congruo, quindi niente rigore. Tutto questo per dire che siamo in perenne confusione, considerando che la nuova generazione di arbitri di sicuro non è quella che immaginava il numero uno dell’Aia Trentalange. Il ricambio generazionale, tranne rarissimi casi, è complicato e non all’altezza delle aspettative. E qui c’è da far chiarezza sui tanti perchè di un sistema che dovrebbe essere infallibile - anche se troppo fiscale: cinque minuti per capire se Theo Hernandez è in fuorigioco contro lo Spezia sul fantastico gol di Tonali- e che di fatto ha cancellato il gol in fuorigioco e non lo è. La premessa è che la tecnologia c’è, è preziosa e tornare indietro sarebbe come ripudiare il progresso, dopo averlo invocato per 50 anni. Sì ma perchè tutti questi macelli? Questi errori anche gravi? Un lustro fa, quando in una lunga conferenza stampa ci fu spiegato come avrebbe funzionato la tecnologia Var e la sua applicazione fu ribadito un concetto sacro: la tecnologia è al servizio dell’arbitro che alla fine decide. Non il contrario. Anche se stiamo assistendo a decisioni in contromano rispetto a questo inviolabile principio. E’ successo proprio con il Nostro, Danilo. Sul gol annullato contro l’Inter l’ultima parola sarebbe spettata a Doveri, ma Di Paolo in sala Var ha applicato in maniera oltre il burocratico il regolamento: è mani quindi è sempre fallo. Doveri lo ha seguito senza controllare e il torto è fatto. E’ solo un esempio, uno dei tanti. E la Juve è stata ampiamente risarcita con la incomprensibile interpretazione sul mani di Danilo col Verona.

E siamo alle conclusioni. Il punto è: se l’ultima decisione spetta all’arbitro rispetto alla macchina ma il livello dei nostri arbitri - tranne i big ancora in attività - è questo, abituiamoci all’incomprensibile e agli sbagli. E, ancora, se gli arbitri decidono di non decidere, affidandosi al collega in sala Var senza andare a rivedere, allora ecco che l’ibrido tra l’uomo e la macchina è servito. Roba che di solito siamo abituati a vedere nei film di fantascienza e non sui campi dello sport più amato al mondo.