Venerdì 19 Aprile 2024

"Da Bagnaia a Morbido: il futuro è dell’Italia"

L’investitura di Melandri: "Col secondo posto a Misano Pecco si è guadagnato il salto nella Ducati ufficiale. Marini, che crescita"

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di Riccardo Galli

E’ l’Italia del dopo-Valentino. Sicuramente anche quella del dopo-Dovizioso. E visto che ci siamo anche quella del dopo-Melandri. Che poi è colui che snocciola volentieri il concetto in questione, dopo aver assistito (come voce tecnica di Dazn) a quell’apoteosi tricolore che sono state la MotoGp e la Moto2, domenica pomeriggio a Misano.

"E’ incredibilmente bello quello che è accaduto all’Italia nell’ultimo Gp. Bello e significativo".

In che senso?

"I risultati di Morbidelli, Bagnaia, Marini, Bezzecchi e Bastianini sono un ottimo segno. Tutto ciò significa che in Italia sta prendendo forma un cambio generazionale molto importante. Ci sono piloti forti sotto la nostra bandiera e questo ci fa guardare al futuro con entusiasmo e ottimismo".

Melandri, dei cinque protagonisti di Misano chi ha fatto l’impresa più bella?

"Mica facile dirlo...".

Proviamoci su: un nome, uno, e poi applausi a tutti gli altri.

"Ok, io dico Bagnaia. Perchè aver preso quel podio dopo un periodo così difficile e ad appena un mese dalla sala operatoria... beh, è stato straordinario. E dico di più...".

Ovvero?

"Secondo me Bagnaia con quel secondo posto a Misano si è assicurato il salto dalla Ducati Pramac alla Ducati ufficiale, la prossima stagione".

Sicuro?

"Lo ripeto, ha fatto una gara e un risultato unici per uno che qualche giorno prima doveva ancora capire se poteva correre".

Il suo giudizio sulla vittoria di Morbidelli?

"Meritatissima, ovvio. E su questo non ci sono dubbi. Del ’Morbido’ comunque mi piace mettere in evidenza il percorso incredibile con cui è arrivato a vincere in MotoGp. Franco è arrivato al Mondiale dalla Stock 600, non dalla Moto3 e quindi ha fatto un salto che può riuscire solo a piloti davvero bravi".

Scendiamo in Moto2: qui addirittura l’Italia sta iniziando una dittatura: è Marini il più bravo?

"Il confronto diretto fra Luca, Bezzecchi e Bastianini è un po’ ingiusto. Stiamo parlando di ottimi piloti, magari con sfumature diverse".

Ad esempio?

"Secondo me Marini è più ’costruito’. Ha lavorato e sta lavorando tantissimo. Sa dove vuole arrivare, sa di avere ottime qualità e studia per crescere migliorare, perfezionarsi. E vince".

Bezzecchi e Bastianini?

"Loro hanno più il... talento. Hanno dentro l’istinto di un qualcosa che inizia a venire bene fuori. Gare come quelle di domenica scorsa evidenziano in ogni caso il gran livello che la scuola italiana sta portando avanti".

Un ricambio generazionale vincente, quindi?

"Mi auguro di sì. Anzi, visto come stanno andando le cose, direi che il concetto giusto è proprio questo".

L’Italia è un po’ sparita dalla Moto3, non trova?

"Sparita forse no, ma la Moto3 è una classe che bisogna conoscere a fondo prima di dare giudizi definitivi. Ci sono tanti piloti bravi, ma bisognerebbe essere nelle stanze dei team per capire quali sono le reali prospettive di ognuno di loro".

Gli italiani però vanno così e così...

"Arbolino secondo me è forte ma ancora non concretizza come vorrebbe e dovrebbe. Vietti sta crescendo bene, mi sembra sappia reggere alla pressione e cerca il risultato con coraggio. Ma mi fermo qui perchè dare una pagella adesso e non sbagliare a un pilota della Moto3 non è una cosa semplice".

Melandri, domenica c’è Misano 2: sarà ancora Grande Italia?

"Perché no? I presupposti ci sono tutti".

Già, perché il ricambio generazionale corre in fretta nel segno dell’Academy di Valentino e dell’occasione mondiale di Dovizioso. Poi, sì, il futuro è davvero dietro l’angolo.