Mercoledì 24 Aprile 2024

CR7 vuole il primo vero squillo in campionato

Juve con l’Atalanta alle prese con il caso Gomez. Perfetta in Champions, in crescita in Italia: Pirlo chiede segnali da una sfida di livello

Migration

di Paolo Grilli

Stando alle pure statistiche, Juve-Atalanta di stasera sarebbe quasi senza storia. Mai la Dea, con Gasperini in panchina, ha vinto in campionato contro la Signora in otto partite. E l’ultimo successo orobico a Torino risale al 1989. Ma i numeri non dicono mai tutto, e non possono raccontare dell’impatto emotivo che i nerazzurri hanno avuto sul nostro calcio negli ultimi anni, diventando la squadra italiana più europea nell’animo e nel gioco. Poi c’è anche il precedente di Coppa Italia, il 3-0 rifilato ai bianconeri nei quarti a inizio 2019 a Bergamo, a ricordare quanto sia sempre vago il concetto di limite per i bergamaschi.

Non è eccessivo parlare di prima sfida per lo scudetto pensando al match dell’Allianz Stadium. Perché il ritardo in classifica dei Gasp Boys è dovuto anche alla gara in meno giocata e la classifica non è affatto delineata, lassù. Ed è un match anche dal profumo d’Europa, con entrambe le squadre già proiettate agli ottavi di Champions e a caccia ciascuna del proprio sogno oltreconfine.

Pirlo sa che i gradi di condottiero arrivano soprattutto da partite come questa. Le meraviglie di Barcellona non possono rischiare di diventare un fuoco fatuo nella ricerca della grandezza. E in effetti già con il Genoa la Juve ha mostrato il piglio del top team: un gruppo capace di portare a casa i tre punti pur senza stupire, più di forza che di classe.

Sembra scontato che il tecnico riproponga McKennie trequartista, con tutto il suo dinamismo e la forse inaspettata vena realizzativa. Mentre Dybala, pur tornato al gol a Genova, dovrebbe partire dalla panchina lasciando spazio a Ronaldo e Morata. In mediana, riecco l’Arthur che nei 90 minuti di Barcellona aveva ritrovato giocate e autostima.

Curioso che proprio in Europa le due contendenti odierne si trovino maggiormente a loro agio rispetto agli angusti confini del nostro campionato. E’ forse il caso di scomodare la figura baudelairiana dell’albatros, maestoso nei cieli alti e impacciato nel volare a bassa quota?

Solo i prossimi incroci di Champions potranno dire la verità. La stessa Dea, cavalcando il proprio sogno, non è esente da impicci o cadute. Il caso Gomez è emblematico. Il giocatore più rappresentativo dell’Atalanta è a un passo dal lasciare la squadra che l’ha lanciato ad alto livello. Oggi andrà in panchina, ma anche questa scelta pare confemare la tregua armata in seno all’Atalanta, con gli ultimi tentativi ora in atto per sanare la frattura spirituale e di vedute fra il ‘Papu’ e Gasperini. Non c’è poi Ilicic, per i postumi di un brutto mal di gola che hanno impedito di convocarlo.

Ma il mercoledì da leoni di Torino non mancherà di mettere in mostra il meglio del nostro calcio. Con un occhio a quello che succede a Milano, dove Inter e Napoli si giocano a loro volta un piccolo spicchio di scudetto. In un campionato così incerto, ogni punto lasciato per strada viene famelicamente predato dalle altre.