Giovedì 18 Aprile 2024

Coppa Italia. Premiazione e inno, la finale è festa a metà

Consegna delle medaglie self-service, assente il Presidente Mattarella. Il cantante Sylvestre si perde le parole di Mameli

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Come un tifoso qualsiasi. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha disertato la finale rinunciando a un privilegio negato a migliaia di tifosi. Due di questi sono comunque fuori dall’Olimpico. Due come tanti. Lei ha la maglia della Juve. Lui, quella del Portogallo. Mentre passano i due pullman della Juve agitano la bandiera portoghese ripetendo: "Cristiano, Cristiano!". Dallo stadio arrivano le note di ‘Thunderstrack ‘degli AcDc. La chitarra di Angus Young lacera il silenzio. Viale dei Gladiatori è una lunga scia d’asfalto completamente deserta. Da una volante della Polizia una voce femminile avverte: "Facciamo attenzione, pare ci sia qualche tifoso del Napoli che potrebbe infiltrarsi". Pare difficile, i controlli sono serrati, ci sono barriere, steward, poliziotti. L’area attorno all’Olimpico è controllatissima. Ci avviamo a piedi verso i cancelli bianchi di pre-accesso. Di solito, la fila lì si spreca. Non c’è nessuno. Passiamo il controllo e ci avvertono: più avanti le misureranno la temperatura e mi raccomando la mascherina. Arriva il Napoli. Si intravvede Rino Gattuso in testa al primo pullman, mentre i 50 giornalisti accreditati si mettono in fila per entrare. C’è il termoscanner per misurare la temperatura. Gli schermi nella pancia dell’Olimpico trasmettono lo ‘sbarco’ dei giocatori. Llorente, rigorosamente in mascherina è il più entusiasta nel ritrovare vecchi compagni e amici. Si intrattiene col Pipita. Saluta Paratici. Passano Agnelli, De Laurentiis, Dybala e Buffon, saluti, sorrisi, strette di mano. Ecco CR7, sorride. Lui è uomo delle finali, attento Rino.

Il colpo d’occhio dell’Olimpico, dall’interno, è davvero scioccante. Al vuoto sugli spalti è difficile abituarsi. Eppoi la tribuna d’onore con le sue lussuose poltroncine verdi, rosse e blu, mestamente ripiegate su se stesse. Vi prenderanno posto solo i vertici della Lega di A, il ct Roberto Mancini e pochi altri. La Coppa Italia è lì, sul campo in mezzo al nulla, come un totem dimenticato. La premiazione sarà minimal, ci avvertono. Intanto le squadre entrano in campo per il riscaldamento. Si inceppa anche il cantante Sylvestre sull’inno, mentre il pubblico finto nelle immagini Rai è un tentativo generoso di riempire i vuoti. Come il vuoto di una premiazione che non c’è. Vuoti incolmabili.