Mercoledì 24 Aprile 2024

Coppa Italia il 26 come all’estero

Leo Turrini

D’accordo, lasciamo stare Di Maria, Lautaro Martinez, Paredes, Rabiot, Giroud e Theo Hernandez: appena domenica scorsa, hanno giocato la partita della vita, la finale Mondiale.

Ma tutti gli altri? Qualcuno, qui e ora, è in grado di spiegare perché in Inghilterra le squadre della Premier siano pronte a scontrarsi per la Coppa di Lega e in Spagna riprendono subito le sfide della Coppa del Re mentre in Italia niente, tutto fermo fino al 4 gennaio, per giunta non avendo avuto gli Azzurri sul palcoscenico del Qatar?

Hai voglia di raccomandarti agli emendamenti del parlamentare Lotito, un nome una garanzia, per ottenere dilazioni fiscali a beneficio dei nostri club! Esiste certamente un enorme problema finanziario, tra debiti antichi e incassi ridotti o azzerati ai tempi della pandemia: però c’è anche qualcosa di diverso.

C’è, per farla breve, la drammatica incapacità di promuovere e valorizzare il prodotto. Inteso come calcio di qualità. Per anni, senza ammetterlo perché le verità scomode fanno male, lo scempio di Calciopoli ha demolito la credibilità della nostra serie A sul mercato dei diritti televisivi nel mondo: non puoi vendere un’auto usata se ci sono dubbi sulla serietà di chi la offre al potenziale acquirente. Ma sono passati quasi vent’anni e sarebbe il caso di scommettere sul futuro.

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