Sabato 20 Aprile 2024

Conte supera l’esame di Italiano

Dopo il flop europeo, l’Inter trova con lo Spezia la sesta vittoria di fila e resta a -1 dal Milan. "Ma siamo stanchi"

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di Giulio Mola

Zoppica e non è lucida. Punge, senza riuscire mordere. E fa spesso fatica anche quando teoricamente dovrebbe gestire il risultato senza affanni.

Ma da sei partite in campionato l’Inter sa solo vincere, ed è l’unica cosa che conta in un’annata in parte compromessa dalla delusione in Europa. Certo, l’aggancio (o addirittura il sorpasso) al Milan è sfumato per la bravura dei rossoneri, ma la vetta è sempre lì, ad un punto. E non è roba da poco in una fase della stagione dove la stanchezza (mentale e fisica) comincia a farsi sentire. Contro lo Spezia ben allenato da Italiano il successo è arrivato, ma il 2-1 finale fotografa le difficoltà di una partita sbloccatasi solo nella ripresa e portata a termine in apnea dopo il gol di Piccoli in pieno recupero. Può migliorare l’Inter, ad oggi più concreta che bella, più timorosa che aggressiva, piùsorniona che creativa. Quel salto di qualità Conte se lo aspetta dai suoi. Ma per ora meglio prendersi i tre punti in attesa di progressi nel gioco. "Abbiamo conquistato la sesta vittoria di fila in campionato, ben venga questo tipo di risultati - dice l’allenatore con grande realismo a fine match -. Sapevamo che poteva essere una gara complicata perché lo Spezia è una squadra ben organizzata e ha cercato di chiuderci tutti gli spazi, ma di fatto abbiamo concesso poco. Però è anche vero che nel primo tempo non si è creato granché".

C’è grande onestà intellettuale da parte del tecnico che non nasconde le difficoltà (andranno risolti nello spogliatoio), provando piuttosto a dare il giusto valore a tre punti comunque pesantissimi: "Si tratta di un buon successo, considerando che stiamo giocando ogni tre giorni. C’è un po’ di stanchezza, ma è fondamentale stringere i denti e terminare al meglio questo ciclo di dieci partite".

La sintesi del match di ieri è tutta nel bel gol in contropiede di Hakimi (ben innescato da Lautaro Martinez col destro), e nel raddoppio di LUkaku dal dischetto (grave ingenuità di Nzola, e tocco di mano rivisto al Var dall’arbitro), entrambi nella ripresa. Prima e dopo poco altro da segnalare: un primo tempo moscio con due sole grandi occasioni (prima per Lukaku e poi per Young), il cambio azzzeccato da Conte (Sensi per Gagliardini) ed un finale col fiato sospeso dopo la rete di Piccoli. Tutti soddisfatti a fine gara. Tutti tranne uno, forse. Christian Eriksen, l’ultimo a lasciare il campo. Ieri è rimasto a guardare, e dopo il triplice fischio per lui e per i compagni di squadra non utilizzati c’è stata solo una leggera razione di lavoro atletico. Poi, in solitudine, il danese si è messo a calciare lungo, rientrando nello spogliatoio mezz’ora dopo la fine del match, quando su San Siro era ormai calato il buio. Evidente quanto inevitabile che a gennaio il giocatore possa andar via. A proposito del mercato di riparazione: pur senza far nomi, Conte ieri ha evidenziato quanto sia necessario un primo confronto con la dirigenza per il decidere sul da farsi. "È giusto che durante la sosta si faccia un consuntivo e capire che tipo di situazione la società si aspettava e valutare in maniera obiettiva, serena e intelligente".

Fino a mercoledì, però, l’unica parola nella testa del gruppo si chiama continuità. Perché non c’è tempo per rilassarsi. Sperando che gente come Vidal torni presto in condizione e la manovra ritrovi la brillantezza della passata stagione, gambe e testa sono già alla sfida di Verona, l’ultima tappa di questo anomalo 2020 prima della minisosta. Con un sogno: il sorpasso al Milan (e la testa della classifica) sotto l’albero di Natale.