Mercoledì 24 Aprile 2024

"Come un match di pugilato, così non va"

Alesi legge un confronto già epico: "Verstappen a Gedda sembrava scommettere sull’incidente. La Red Bull poteva farlo riflettere di più"

Migration

di Leo Turrini

Jean Alesi è uno dei piloti più amati nella storia della Ferrari. Eppure, in carriera ha vinto appena un Gran Premio, in Canada nel 1995.

"Ma proprio la mia storia dimostra la forza delle emozioni – racconta Giovannino, come lo chiamavamo tutti ai bei tempi –. Ci sono cose che vanno persino aldilà dei risultati. E credo che Hamilton e Verstappen lo abbiano capito perfettamente".

Oggi Alesi è uno stretto collaboratore di Stefano Domenicali, l’erede italiano di Bernie Ecclestone. L’ex ferrarista è ai box di Abu Dhabi, dove nel week end verrà deciso l’epilogo di un mondiale forse senza precedenti, per intensità, contraddizioni, polemiche e colpi bassi. Gli ho chiesto di raccontare a beneficio dei miei quattro lettori l’atmosfera che sta vivendo.

"Prima però lasciami spiegare un effetto collaterale di questo duello così rusticano – dice l’ex ferrarista –. Per colpa delle intemperanze dei contendenti, domenica scorsa un po’ tutti hanno contestato il velocissimo circuito di Gedda. Quando invece è un tracciato che esalta i piloti veri!".

Ricevuto. Adesso torniamo all’atto finale di un campionato mozzafiato.

Sul ring. "Qui c’è una tensione che si taglia con il coltello! – dice Alesi – Sembra di essere alla vigilia di un super match di pugilato e questo non va bene. Hamilton e Verstappen dovrebbero sempre tenere a mente che sono due esempi per i ragazzini che cominciano a sfidarsi sui kart… Io ti confesso che fino all’Arabia Saudita propendevo per Max, perché la Formula Uno avrebbe bisogno di un campione diverso, di un re nuovo…

Però – prosegue l’ex pilota delle Rosse – quello che ho visto lì a Gedda mi ha turbato. L’olandese è andato oltre! Lo affermo con dispiacere, ma credo se ne siano accorti un po’ tutti gli appassionati. Max ha dato troppo l’impressione di scommettere sull’incidente. Forse Verstappen – conclude Alesi – doveva essere aiutato di più dalla squadra. Non parlo sul piano tecnico, ragiono sul piano psicologico. Ho l’impressione che l’ambiente della Red Bull abbia soffiato sul fuoco della sua eccitazione, invece di farlo riflettere.

E adesso mi domando anche io cosa potrà accadere domani dalle 14 in poi. O forse già nella qualifica di oggi per determinare la griglia di partenza".