Comanda il cuore: Juve-Pogba ora si può

Il francese in uscita dallo United pronto a dire sì per otto milioni a stagione, l’unico vero ostacolo al grande ritorno è di natura tattica

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di Paolo Grilli

Nella Juve che si è ripresa Allegri per tornare a vincere, senza riuscirci nell’immediato, ha senso richiamare un altro ex totem bianconero, Paul Pogba, per cercare di aprire un’altra età dell’oro? La questione è aperta, ma intanto la piazza sembra non avere dubbi, srotolando già un ideale tappeto rosso al ’Polpo’ francese, uno dei talenti più puri visti in bianconero nel decennio dei trionfi.

La Signora, poi, ci crede più di tutti facendo leva sullo stesso amore del centrocampista per Torino, tale da rendere secondario il fattore che più di tutti lo terrebbe lontano dallo Stadium: l’ingaggio. Nello United con cui non rinnoverà, Pogba guadagna poco meno di 18 milioni di euro lordi a stagione; alla Continassa – per le note esigenze di bilancio – non si andrebbe oltre i 12, col giocatore che quindi, al netto delle tasse e col beneficio della parziale esenzione fiscale concessa dall’Italia, non supererebbe gli otto netti.

C’è chi pagherebbe ben di più Pogba, come il Psg che lo farebe giocare quasi in casa, a 30 chilometri da Lagny-sur-Marne che gli ha dato i natali. Ma Paul vorrebbe chiudere un cerchio a Torino, dove ha lasciato (e si è procurato) ricordi indelebili. Qui, il 29enne sarebbe immediatamente al centro di tutto: del progetto, del gioco, dell’attenzione. Un ruolo da protagonista che ha progressivamente perso con i Red Devils, fino alla rottura con la società. L’avvocato brasiliano Rafaela Pimenta, che ha preso le redini dell’impero di intermediazione di Mino Raiola, ieri ha discusso a lungo con i vertici bianconeri. Per l’a.d. Maurizio Arrivabene non si è parlato di Pogba, piuttosto del futuro di Kean e Pellegrini, ma il “tema Paul“ è in realtà avviato da tempo. La Juve deve evitare che però questa diventi una “operazione nostalgia“, se è vero che chi la precede ora in Italia ha saputo creare valore in campo scommettendo su campioni in divenire: Bastoni, Barella, Lautaro, Tonali, Theo Hernandez e Leao, giusto per citarne alcuni.

Soprattutto, la Signora non deve pensare che l’arrivo di Pogba possa spazzare via tutte le magagne della mediana. Perché il francese (ma nemmeno Milinkovic-Savic, l’obiettivo in alternativa) è il playmaker che manca come l’aria. E’ una mezz’ala sublime, che a Torino ha saputo volare vincendo quattro scudetti in quattro anni (più due Coppe Italia e tre Supercoppe) surfando sull’onda di gioco creata da Pirlo e poi contando sulla qualità consistente di Marchisio e Vidal al suo fianco.

E’ il nodo tattico, in realtà, l’unico ostacolo al ’Pogback’. E’ Jorginho a corrispondere maggiormente al profilo cercato. Senza contare che Paul deve rimotivarsi: in Premier ha segnato un solo gol quest’anno, e nelle fasi di non possesso è decisamente sotto lo standard dei migliori centrocampisti.