Lunedì 22 Aprile 2024

Colbrelli non si ferma: "Ora Sanremo e Giochi"

Sonny si racconta al termine di una stagione esaltante. La vittoria speciale e le lacrime sul pavè: "Ogni volta che la riguardo mi emoziono"

di Angelo Costa

Più difficile celebrare una stagione vincente che correrla. "C’è stato un momento in cui, fra feste e altri impegni, non ho avuto respiro, ma con la testa ero già focalizzato sul 2022: quando arrivi in alto, precipitare è un attimo": dice Sonny Colbrelli, ciclista dell’anno per quanto raccolto sulla strada dall’estate in poi: prima il campionato italiano, poi quello europeo, infine la regina delle classiche, la Parigi-Roubaix, inedita sia per lui che non l’aveva mai corsa sia perché a ottobre non si era mai disputata. Chi non è nato fuoriclasse, ma è diventato campione con pazienza e testardaggine, sa meglio di chiunque altro quanto sia faticosa la gloria: per questo il corridore coperto di fango che ha commosso il mondo, piangendo disperato nel velodromo francese dopo il trionfo della vita, farà di tutto per non fermarsi.

Colbrelli, che anno si lascia alle spalle?

"Strepitoso, esaltante".

C’era una volta Sonny, abbonato ai secondi posti. Poi cosa succede?

"Dal campionato italiano di Imola in poi ho cambiato modo di correre: mi sono imposto di non aspettare più le volate, ma di muovermi in anticipo. Così sono riuscito a fare grandi cose".

Tra tutte, la Roubaix è una vittoria speciale?

"Sì. Senza nulla togliere al tricolore e all’Europeo, è quella che mi ha dato qualcosa in più: mi ha fatto toccare il cielo con un dito".

Ha rivisto la corsa?

"Molte volte, e ogni volta mi emoziono. Tutte le sere mostro ai miei figli Vittoria e Tomaso le immagini di papà che piange di gioia".

Cosa c’è in quel pianto?

"Una liberazione, anni di sacrifici e duro lavoro ripagati".

Dove ha messo la pietra di 17 chili vinta alla Roubaix?

"In salotto, come merita. Anche se ho avuto qualche problema con mia moglie Adelina".

In che senso?

"Dice che è un sasso e andrebbe tenuto in giardino, l’ha anche usato per legarvi i palloncini dei miei bimbi... Io fatico a rendermi conto di quanto ho fatto in quella classica, mia moglie fatica a capire che quella non è una semplice pietra di porfido, ma uno dei trofei più importanti e ambiti al mondo".

Conquistandolo in autunno, ha confermato di essere l’uomo della pioggia.

"Col freddo sono andato forte fin da bambino. Ma freddo sono stato anch’io nel gestire i finali di corsa".

Altre emozioni forti?

"Vincere in maglia azzurra. E vestire il tricolore: dopo aver conquistato l’Europeo non posso indossarlo, mi consolo usandolo quasi sempre in allenamento".

Che Colbrelli vedremo dopo la Roubaix?

"Un corridore cresciuto tanto, catapultato in una nuova dimensione. Dove mi trovo bene, perché sono sempre lo stesso Sonny. So che sarà difficile confermarsi, perché mi conoscono e mi terranno d’occhio, ma è un aspetto che non soffro per nulla: mi piacciono le sfide".

La sfida vinta è stata diventare un corridore vincente: se l’immaginava quando ha debuttato tra i pro dieci anni fa con la Bardiani Csf?

"Bruno Reverberi mi ha insegnato tanto, a cominciare dall’importanza di tener controllato il peso. Gli anni passati con lui mi hanno aiutato ad affrontare bene il mondo dei professionisti, facendo le cose nei modi e nei tempi giusti: i giovani oggi sognano tutti di entrare subito in uno squadrone World Tour, ma la fretta ne sta bruciando tanti".

Sono famosi i cazziatoni che Reverberi le ha fatto…

"Non dimenticherò mai quando in Qatar, passando davanti al mio tavolo mentre cenavo e vedendo che bevevo acqua gassata, Bruno mi bacchettò: complimenti, già sei gonfio, così ti gonfi ancora di più".

Quanto conta l’umiltà?

"A me è servita per capire quali fossero i miei limiti e a lavorarci sopra. Il merito è chiaramente mio, ma non solo. Sono tante le persone da ringraziare, a cominciare da Adelina".

Chi altro l’ha aiutata nella sua crescita?

"Luca Mazzanti mi segue da quando ha smesso di correre. Insieme a Pippo Pozzato: è stato lui a indicarmi Paola Pagani, mental coach di Bergamo che mi ha dato più consapevolezza in me stesso. Bravo Pippo, bravo anch’io ad ascoltarlo".

Colbrelli, prossima sfida?

"Ripetersi".

Puntando a quale bersaglio?

"Ho altri sogni da realizzare: le priorità sono la Milano-Sanremo e una tappa in un grande giro, magari al Tour dove ci sono andato vicino anche quest’anno. Poi…".

Poi?

"Prima di smettere di correre, mi piacerebbe partecipare alle Olimpiadi: Parigi è il mio traguardo".