Colbrelli, il morso del “Cobra“ L’Europeo resta sempre azzurro

Ciclismo, Sonny regola Evenepoel nello sprint a due dopo il gran lavoro di Trentin: meritato trionfo a 31 anni

Sonny Colbrelli, 31 anni, con il trionfo di ieri ha coronato una stagione super

Sonny Colbrelli, 31 anni, con il trionfo di ieri ha coronato una stagione super

di Angelo Costa

Conterà anche meno di un Mondiale, ma vincere un Europeo è sempre bello. Bellissimo se ci si riesce come Sonny Colbrelli, che a Trento regala all’Italia il quarto centro consecutivo in questa prova: nell’albo d’oro dopo Trentin, Viviani e Nizzolo, il bresciano si infila con forza e autorevolezza, resistendo poi domando un fenomeno vero come Evenepoel in coda a una prestazione di squadra semplicemente perfetta e a un gioiello di corsa in cui favoriti e outsider si battono senza esclusione di colpi.

Non è una novità per le Nazionali di Cassani, che arrivano laddove il talento non le sorregge, un’eredità pesante che dopo la corsa iridata di fine mese in Belgio verrà lasciata da un ct persino snobbato alla vigilia dal nuovo corso federale, che l’ha tenuto fuori dalla presentazione della prossima maglia azzurra e non gli ha organizzato la tradizionale conferenza stampa. Una caduta di stile che una settimana chiusa con quattro ori non meritava.

Se l’onda lunga dell’estate azzurra e anche dell’Italia europea si allunga fino al Trentino, magnifico per scenari e organizzazione, è merito di un bravo ragazzo che in un decennio ha vinto decisamente meno di quel che avrebbe meritato: Colbrelli da Desenzano detto il Cobra raccoglie a trentun anni il frutto di una semina partita da lontano, aggiungendo il titolo continentale a quello italiano vinto in giugno a Imola, sempre da ottimo operaio che diventa padrone. Gli mancano tappe nei grandi giri, è andato vicino anche a classiche di prestigio, di sicuro non gli manca la stima dei compagni se l’altro capitano azzurro, Trentin, taglia il traguardo da quarto esultando come se a vincere fosse stato lui.

"Grande squadra, Trentin super. Mai facile vincere da favorito, in più si correva in casa. E’ stata dura tenere Evenepoel, dedico questo oro al ct Cassani", snocciola il nuovo re d’Europa dopo un lungo pianto liberatorio e l’abbraccio alla moglie Adelina e ai figli Vittoria e Tomaso, raccontando una corsa in cui l’Italia si vede subito con Cattaneo e Aleotti, poi con Moscon e l’inesauribile Ganna, e ancora con Ulissi e Bagioli prima di scodellare i suoi due leader al posto giusto nel momento giusto: 60 chilometri dall’arrivo, nella crema di testa con Pogacar, Evenepoel e altri cinque, ci sono pure Colbrelli e Trentin. Compagnia che si spezza a meno 22 dal traguardo, quando Evenepoel soffoca i rivali con un ritmo infernale: il francesino Cosnefroy, alla fine bronzo, resiste una decina di chilometri, Colbrelli invece resiste fino al cuore di Trento, facendo innervosire il bimbo prodigio con qualche cambio negato prima di stenderlo con una volata senza storia. Sconfitta che belga, già bronzo nella crono, incassa male, come spiega il non elegantissimo gesto dell’ombrello dopo il traguardo, sconfitta che non sa di beffa, come tutte le volte che a vincere è uno che se lo merita.