Mercoledì 24 Aprile 2024

Club a nove zeri Bello e rischioso

Leo Turrini

Dio salvi i tedeschi. Che cocciutamente tengono duro, anche se non si sa per quanto potranno resistere: in Bundesliga, il cinquantuno per cento di un club deve restare in mani germaniche.

In Italia, manco ci siamo posti il problema. È la globalizzazione, bellezza: abbiamo proprietari cinesi, canadesi, americani. Persino in serie B.

Fresca è la notizia che il Milan, già controllato da un fondo di investimento straniero, sta per essere comprato da finanziatori del Bahrain. Nulla di strano o di anomalo: il Qatar è padrone del Psg di Messi, Mbappe e Donnarumma, mentre gli emiri spendono e spandono miliardi di euro per le fortune del Manchester City di Guardiola.

Resta però sospesa, sullo sfondo, l’ingenua domanda di sempre. È sano, tutto questo? È normale trasformare la passione (questo dovrebbe incarnare una squadra di calcio, la passione) in un affare a moltissimi zeri? Il business deve prevalere su tutto? Il delirio di onnipotenza di Abramovich al Chelsea cos’era, amore per i Blues o un modo spregiudicato di acquisire benemerenze alla faccia della oscura (si fa per dire) provenienza di denaro?

Gli eventi della cronaca che si fa Storia si sono già tragicamente incaricati di rispondere, almeno all’ultimo quesito.

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