Clamoroso, la Germania resta ancora fuori

Come nel 2018 è eliminata ai gironi: batte il Costa Rica, ma non basta. Serata storica: Stephanie Frappart, un debutto perfetto

Abbiate pazienza: non ci sono più le mezze stagioni. E non c’è più nemmeno la Germania. Per la seconda volta consecutiva eliminata nel girone ai Mondiali. Era accaduto in Russia quattro anni fa, è ricapitato in Qatar. Nemmeno ha molto senso ipotizzare un… maccherone da parte della Spagna: quando la Costa Rica è andata avanti per 2-1 sui tedeschi nel secondo tempo, beh, stavano andando a casa anche le Furie Rosse…

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La verità è che il mondo cambia e il pallone pure. La Germania ha smarrito da tempo il senso poetico della sua invulnerabilità. Lo si è intuito in fretta anche ieri sera: subito in vantaggio grazie a Gnabry, il presunto Wunder Team ha incassato il momentaneo sorpasso dei costaricani! Una cosa semplicemente pazzesca, per una Nazionale che minacciava sfracelli e che invece ha sfracellato se stessa.

La cosa buffa è che rimontando e andando a vincere per 4-2, la Germania ha salvato la Spagna. Che non ha perso apposta, infatti ha rischiato sconfitta ed eliminazione.

In questa fine del mondo, come logica presunta!, resta da parlare dell’arbitro donna. Stephanie Frappart, francese, anni 38, non è stata brava: di più. Tanto che non sarebbe strano rivederla in campo ad arbitrare la finale del Mondiale…

Va bene, ancora non siamo ai livelli della Orchestra Filarmonica di New York, che per la prima volta nella sua prestigiosa storia ha più donne (45 contro 44) che uomini tra gli esecutori di stupendi brani musicali. Ma siamo lì, in termini di valenza simbolica dell’evento.

LA SVOLTA. Magari l’avrete vista, ieri sera, Stephanie Frappart. Con il fischietto in bocca, ha diretto questa folle partita tra Costa Rica e Germania. È toccato di nuovo a lei rompere un altro tetto di cristallo. Scrivo “di nuovo” perché Stephanie aveva già infranto il muro del pregiudizio, sul palcoscenico della Champions League.

Mai, dal 1930 in poi, nella storia dei Mondiali una donna aveva imposto le regole del gioco a ventidue maschi in mutande. E siccome giustamente da settimane si pone l’accento sulle questioni socio culturali sollevate dal confronto tra Qatar e diritti, giusto per usare un garbato eufemismo!, beh, è bello che proprio lì si sia platealmente celebrata una svolta. Se è vero, come è vero, che niente come il calcio riesce a mandare messaggi trasversali, ecco, fa piacere pensare che le immagini di una giovane femmina intenta ad impartire ordini a uomini “costretti” a rispettarne le scelte, ecco, dicevo, fa piacere pensare all’effetto positivo di uno show non soltanto mediatico.

NON L’UNICA. E attenzione: Stephanie Frappart non è una mosca bianca! Fa parte di un gruppo. Tre sono le donne arbitro del gruppo dei 36 direttori di gara selezionati da Pierluigi Collina. Le altre due colleghe hanno finora ricoperto il ruolo del quarto ufficiale di gara. Sono la giapponese Yamashita Yoshimi e la ruandese Salima Mukansanga. La brasiliana Neuza Back, la messicana Karen Diaz Medina e l’americana Kathryn Nesbitt sono invece tra i 69 assistenti arbitrali. Back e Diaz Medina ieri sera hanno agito come guardalinee di Stephanie.