Venerdì 19 Aprile 2024

Cinque tecnici per salvare la Juve

Elkann sceglie il cda, composto da professionisti che devono gestire l’emergenza legale e finanziaria

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di Paolo Franci

Nelle poche righe redatte per raccontare perché la Juve avesse scelto Gianluca Ferrero quale presidente in pectore, era già spiegato tutto: "Chiamato come presidente di un consiglio composto da esperti e di professionisti, con il compito di difendere la Juventus". Già, difendere la Juve. Ancora una volta. Ecco perché il nuovo Cda della Juventus – annunciato ieri alla vigilia dell’assemblea degli azionisti e in agenda per l’approvazione il prossimo 18 gennaio – somiglia più a una task force militare che a un tavolo di gestione tradizionale.

Oltre a Ferrero e al dg Maurizio Scanavino, entrano in squadra veri e propri esperti sui "fronti" bianconeri. A partire da Fioranna Negri, commercialista, revisore dei conti, professionista iscritta all’albo dei consulenti tecnici del tribunale di Milano e grande esperta di revisione e bilanci. Poi, Diego Pistone, super esperto ex manager dell’area finanza e controllo di società dell’allora gruppo Fiat e ora nel cda di Diasorin. E infine, Laura Cappiello, avvocato di quelli tosti – è dello studio legale Orrick – e grande esperta sul tema organismi di vigilanza. Il loro compito nei prossimo mesi sarà semplicemente complicato: dovranno difendere la Juve. Da Ferrero a quest’ultima, sono tutte figure che godono della massima fiducia di Exor e John Elkann, colui al quale sono affidati i destini della Juve. E lui ha scelto una task force agguerrita, snella, composta da superprofessionisti. Perché ciò che attende la Juve fuori dal campo nei prossimi mesi è un piccolo inferno legale, sul fronte della giustizia ordinaria e sportiva.

Le sfide che scottano sono diverse, in Italia e all’estero e prendono origine dall’inchiesta della Procura di Torino. C’è da affrontare l’udienza preliminare dell’inchiesta sui conti del club che arriverà probabilmente in primavera. C’è il procedimento sportivo della Figc, le cui toghe hanno chiesto la riapertura del processo plusvalenze – per il quale la Juve era stata già stata assolta – alla luce delle nuove carte provenienti dalla procura torinese. Attraverso le stesse carte c’è il rischio di un ’Plusvalenze bis’ con nuovi club coinvolti per aver fatto affari con la Juve e c’è in dirittura d’arrivo anche l’indagine della procura federale sull’ormai nota “manovra stipendi“.

E poi c’è il ’fronte europeo’ che preoccupa con l’indagine dell’Uefa sul fair play e la battaglia per la Superlega. Ecco perché serve un cda snello – la metà rispetto a quelli di Andrea Agnelli che aveva 10 membri al tavolo –: bisogna reagire rapidamente, al massimo dell’efficacia e su più fronti.

E Del Piero? Si pensava che sarebbe sceso in campo anche Alex. E questa potrebbe essere una scelta per il futuro. Quanto prossimo, staremo a vedere, ma la sensazione è che John Elkann voglia, sì, ricamare quella figura carismatica che possa ricucire il rapporto con la tifoseria e fare da collegamento tra area sportiva (per ora è Scanavino) e dirigenza , ma voglia farlo al termine degli impetuosi venti di guerra che soffiano sul club. Cioè, inutile chiamare ora Del Piero quando le esigenze (leggi: emergenze) sono altre.