Sabato 20 Aprile 2024

Chiesa alla CR7, lezione Juve ai campioni

Capolavoro tattico di Allegri che disinnesca Lukaku e tutte le stelle del Chelsea. Fede-gol il protagonista della vittoria per la svolta

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di Paolo Grilli

La pazza idea di Allegri tanto insensata poi non era. Trattavasi invece di genialata. Bernardeschi ’falso nueve’ in un 4-3-3 aveva sorpreso un po’ tutti, ieri sera, alla lettura delle formazioni di Juve-Chelsea. Non è stato però un azzardo di Max, ma un accurato calcolo per disinnescare i campioni d’Europa e colpirli al momento più opportuno. Wonderful. Un capolavoro tattico e di lucidità, una vittoria di enorme prestigio anche se siamo lontanissimi dalla finale di San Pietroburgo.

La Signora ha giocato all’italica maniera la sfida più difficile che potesse capitarle in Champions, con un possesso palla tenuto senza remore ben sotto il 35 per cento. E affidandosi alle fiammate di Chiesa per tentare l’impresa impossibile che poi è arrivata con la magica collaborazione di Fede & Berna.

Lo spettacolo può aspettare, anche all’infinito. Conta altro, adesso, dopo che Sarri e Pirlo sono stati accantonati. E ora il popolo bianconero è risollevato, galvanizzato dopo le pene di questo inizio di stagione. Fede è sempre più l’idolo nel vuoto lasciato dalla partenza di CR7.

Per ribadire l’importanza del “primo non prenderle“, la Signora in avvio si è pure acquattata nel giro di pochi minuti prima in un 4-4-2 blindato, poi in un 3-5-2 che ha avuto l’effetto di rallentare il più possibile la manovra orchestata da Jorginho e priva dell’energia di Kanté.

Il risultato ha dato ragione ad Allegri. La compattezza vista ieri contro la più temibile e resistente delle rivali – 26 le gare giocate senza prendere gol da gennaio, nell’era Tuchel baciata dal trionfo europeo – è il pass per i sogni che possono finalmente ripartire e fare capolino anche in Europa.

Il Chelsea mancava di almeno tre titolari. Ma anche la Signora aveva in tribuna tutto l’attacco titolare. Nella serata in cui gli alibi non erano ammessi, Lukaku la palla non l’ha quasi vista, stretto nella morsa di Bonucci e De Ligt. E nel finale, dopo l’occasione fallita, ha sbraitato mostrando una frustrazione che raramente gli era stata vista addosso. Tutto è filato via nel migliore dei modi nei 95 minuti dello Stadium per una Juve che si è ritrovata: almeno per una sera. Quanto poi questa vittoria possa dare la scossa è prevedibile, ma non matematico. Anche l’anno scorso i bianconeri stesero il Barcellona dando una lezione ai catalani ma fu come un fuoco di paglia in una stagione che era e rimase sghemba.

Però il bicchiere, all’improvviso, è mezzo pieno e le bollicine scrosciano gioiose. Allegri ha messo nel sacco i campioni e Tuchel non ha trovato le contromosse. Non c’erano Dybala e Morata, ieri, ma a un certo punto nessuno se lo ricordava più.