Chapeau Milan, Giroud-gol: il Diavolo in testa

Il francese decide lo scontro diretto del "Maradona": i rossoneri staccano Spalletti e scavalcano l’Inter (che ha una gara in meno)

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di Giulio Mola

La notte della verità è tutta del Milan che sbanca il Maradona (0-1) con merito e si riprende la testa della classifica superando l’Inter (che però deve ancora recuperare la partita col Bologna). Tre punti d’oro e un pieno di autostima ed entusiasmo per i rossoneri, sornioni, attenti e spietati. Il Napoli si è svegliato troppo tardi e ha poco da recriminare: resta terzo, non perde le speranze scudetto ma ha la Juventus col fiato sul collo.

Squadra al completo per Spalletti, solita emergenza in difesa per Pioli: manca Romagnoli (come l’ex Bakayoko per una lesione all’adduttore) e torna Ibrahimovic (inizialmente in panchina) in avanti.

Più azzurra che rossonera la prima parte di gara con i padroni di casa aggressivi a metà campo e propositivi sulla destra con l’attivissimo Di Lorenzo. Di contro un Milan con un atteggiamento ben più prudente anche se nella prima circostanza in cui si affaccia nell’area avversaria reclama un rigore perr un contatto “soft“ Bennacer-Koulibaly. Orsato non ha dubbi e lascia correre. Si vede anche Oshimen, imprendibile quando parte in progressione ma dopo appena un quarto d’ora il Napoli esaurisce la sua brillantezza e abbassa i ritmi. Il Milan capisce con Tonali e Bennacer che può alzare il baricentro del gioco affidandosi alle accelerazioni di Theo e soprattutto ai guizzi improvvisi di Leao, tanto imprevedibile quando affonda tanto indolente se si tratta di difendere su Oshimen. Il portoghese prova a stuzzicare Ospina dalla distanza e un paio di volte salta i difensori avversari in area, ma di pericoli veri e propri non se ne vedono anche perché c’è poca assistenza da parte dei compagni di squadra. Il Napoli nel frattempo non dà segni di vita: Zielinski è l’ombra di se stesso e l’impalpabile Insigne si aggira sulla fascia senza mai toccare un pallone. La sensazione è che le due squadre non vogliano scoprirsi più di tanto.

Molto vivace l’avvio di ripresa dei rossoneri premiati dopo quattro giri di lancette dal gol di Giroud (prima rete in trasferta) che riesce a deviare col sinistro una conclusione di Calabria. Lo schiaffone sveglia il Napoli che reagisce subito con Oshimen (attento Maignan) sfuggito per un attimo all’attenta marcatura di Kalulu. Ma è un fuoco di paglia. Con i partenopei disordinatamente riversati in avanti alla ricerca del pareggio si aprono praterie per le ripartenze dei rossoneri, vicini al raddoppio con Bennacer (10’). Gioca con scioltezza il Milan, a centrocampo finalmente si vede un altro Kessie mentre i padroni di casa vanno fuori giri per alcuni minuti. Spalletti si gioca le carte Elmas, Ounas, Mertens e pure Lozano mentre Pioli, fra gli altri, inserisce Rebic al posto dell’infortunato Giroud. Arrivano emozioni, qualche scintilla (Theo-Oshimen) e il lampo di Oshimen (palo) nel finale dove c’è spazio pure per le chance di Hernandez e Saelemaekers e il ritorno di Ibrahimovic. Il Milan supera l’esame di maturità più difficile su un campo dove le rivali hanno lasciato punti pesanti. La parola scudetto non è più un tabù.