Venerdì 19 Aprile 2024

Chance Doro per il tris di Coppa: "Sono pronta"

Wierer punta al terzo trofeo di fila nel biathlon inseguendo il mito Forsberg. "Senza tifosi sarà tutto diverso, noi ci adatteremo"

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di Gianmario Bonzi

E’ stata una delle ventuno ambasciatrici "rosa" del Giro d’Italia, nel caso specifico a Piancavallo. E pazienza se poi ha perso sul filo di lana la sfida con Brignone per l’atleta F.I.S.I. del 2020, premio da lei comunque vinto lo scorso anno. In compenso è indicata come donna da battere per la nuova stagione un po’ da tutti, com’è normale che sia, ma in modo particolare da Patrick Oberegger, classe ‘78, da Anterselva, fino a due stagioni fa allenatore responsabile della squadra A azzurra e oggi guida di quella norvegese femminile. Giusto per metterle un po’ di ulteriore pressione... Ma Dorothea Wierer, 30 anni, ormai leggenda vivente dello sport italiano a tutto tondo, non si lascia turbare da nulla e dal 27 novembre proverà a conquistare la terza Coppa del Mondo consecutiva di biathlon, impresa riuscita solo alla svedese Magdalena Forsberg, che tra il 1997 e il 2002 se ne assicurò ben sei di fila. Tre ne hanno vinte anche Magdalena Neuner e Kaisa Mäkäräinen, ma non di seguito. L’altoatesina di stanza in trentino si prepara alla strana annata che la attende, con un calendario rivoluzionato e la prospettiva di gareggiare senza pubblico un po’ ovunque, compresa Anterselva che lo scorso anno ospitò i Mondiali italiani con un vero e proprio bagno di folla.

Dorothea, come sta?

"Molto bene, grazie. Il morale è buono, sappiamo che sarà tutto particolare quest’anno, senza spettatori, quindi un po’ noioso se vogliamo, perché noi da questo punto di vista siamo molto viziati, abbiamo sempre tantissimi tifosi. Sì, sarà diverso, ma è anche vero che quando sei in gara devi dare il massimo comunque e in linea teorica non dovrebbe essere il pubblico a cambiare il risultato...".

Nella scorsa annata ha dato tutto. E anche di più.

"Ero distrutta alla fine, il Mondiale in casa è stato intenso, mi è costato tantissime energie sotto ogni profilo e infatti alla fine ne avevo poche, direi zero, ma tutto è andato comunque per il verso giusto. Poi per la prima volta ho potuto riposare un mese sul divano ed è stato bellissimo. Da lì in poi ho ritrovato le motivazioni e la voglia di allenarmi. Se fosse stato come nella stagione precedente che in primavera ero sempre e solo in giro per motivi istituzionali, magari adesso non sarei qua…".

Cosa le è rimasto del finale thrilling di Kontiolahti, a metà marzo 2020?

"Molta tensione, anche lì. Hanno chiuso tutto da un giorno all’altro, niente festeggiamenti, niente premiazioni. Ma oggi vi dico che gli allenamenti sono andati bene, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, il programma è stato rispettato in tutto e per tutto. Il calendario lo conosciamo bene, sono contenta per le doppie tappe, che ci aiutano a evitare viaggi, spostamenti ed essere più sicuri. Certo, non possiamo proprio sapere come ha lavorato la concorrenza, mi dicono di una Tiril Eckhoff in grande forma, ma potremo capirlo solo con il confronto diretto in gara".

A proposito: due tappe a Kontiolahti, due a Oberhof. Pensieri?

"Non sono le mie due piste preferite, lo sapete! Però ho fatto delle belle gare anche lì. Ogni anno è diverso dal punto di vista atletico e mentale, per il meteo, per mille fattori. A Oberhof ti puoi trovare a gareggiare in situazioni assurde. Ma preferisco così, ripeto, abbiamo meno viaggi e siamo più al sicuro".

Ad Anterselva si aspettano fuoco e fiamme...

"Sono molto contenta che sia stata confermata la tappa di Anterselva. Sarà molto strano senza pubblico, si sa che quando sei abituato a migliaia e migliaia di tifosi trovare lo stadio vuoto è particolare. Alla fine però la doppia tappa non aiuta solo noi atleti, ma anche i tecnici che hanno tantissimo lavoro tra sci da sistemare, sacche da preparare, hanno molte ”rogne“, diciamo così, quindi sono contenta anche per loro".

Tutti la danno ancora come favorita principale per il tris. E lei come si vede?

"E’ difficile da dire, si sa che è uno sport molto strano il nostro, devi andare bene in tutte le condizioni. Credo che ci saranno molte più atlete capaci di salire sul podio. Abbiamo visto negli ultimi anni come si è allargato il ventaglio delle protagoniste, quindi resta molto difficile ripetersi. Ogni stagione è diversa, non so come sarà la mia. Spero abbastanza buona, cercherò comunque di riconfermarmi tra le prime. Ma vedrete che molte giovani faranno un salto di qualità improvviso. Non saremo le solite, insomma! Io poi non sono mai così sicura di me stessa (ride, NdC)!".