C’è finalmente un centravanti

Paolo Franci

La notizia è grossa. E meriterebbe il titolone: l’Italia ha un centravanti. Una roba che nel giuoco (con la u) del calcio dovrebbe essere un’ovvietà. Cioè, sarebbe come stupirsi e gioire perchè la Ferrari di Leclerc ha quattro ruote. Però, non succedeva da quattro anni e oltre, cioè almeno da tutta la gestione del Mancio, di vedere uno là in mezzo all’area cattivo, pericoloso e soprattutto in grado di far girare la squadra con le sponde, le sportellate, i tocchi e i cambi di gioco. Ha ragione Mancini che questo ragazzo non ha esperienza internazionale, però proprio il Mancio ha costruito la squadra che s’è arrampicata sull’Europa pescando nell’insidioso mare dell’inesperienza, da Zaniolo all’ultimo arrivato, Gnonto. Ecco, Gnonto. Entra, fa una genialata e serve un pasticcino al Diez azzurro, Pellegrini. Giusto per dire che Mastro Mancio non ha perso il tocco nel trasformare i ragazzini in oro puro. Scamacca risolve anche il caro, vecchio equivoco sul Ciro Immobile, per il quale si impermalosisce il mondo laziale quando Ciruzzo viene additato come uno dei problemi della Nazionale. Qui non si tratta di livello, ma di caratteristiche. Quelle di Scamacca sono perfette, quelle di Ciro meno. Tutto qui. E comunque, se qualcuno non l’avesse notato ieri sera, tra mille difficoltà il Mancio ha tirato fuori un altro coniglio dal cilindro e dalle macerie dell’incrocio con Leo Messi ha messo su un’Italia che (ancora) non fa sognare, ma ben sperare sì. Eccome.