Campioni e vittime, il mondo nei murales

Coperto prima del via il mosaico con i volti dei lavoratori morti, sulle pareti di Doha e sugli stadi campeggiano Maradona e Pelé

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Il murale che forse più di ogni altro dà il senso di questo mondiale così strano oggi è coperto, per ragioni di immagine in senso lato: è quello che fino a pochi giorni dall’inizio del torneo in Qatar riportava tutti i volti dei lavoratori migranti che hanno costruito le infrastrutture in Qatar, un puzzle di volti in formato fototessera che si trova al Gate 32 dello stadio di Lusail. Pochi giorni prima del via è stato coperto, oggi su quel muro campeggiano slogan e marchi della Coppa del Mondo. Ai giornalisti arrivati prima delle partite quel murale era stato raccontato come il segno tangibile del rispetto degli organizzatori per il sacrificio degli operai.

Un segno che ora non c’è più,

e ieri Nasser Al Khater, ad di Qatar 2022, ha confermato alla stampa la morte di un lavoratore senza fornire ulteriori dettagli, affermando che "la morte è una parte naturale della vita", facendo le condoglianze alla famiglia della vittima e mostrando il suo disappunto alle domande incalzanti dei giornalisti.

Intanto nel villaggio hospitality creato a Doha e sulle mura degli stadi campeggiano quelli dedicati ai grandi campioni, con Pelé e Maradona soprattutto protagonisti delle opere di street artist.