Giovedì 25 Aprile 2024

Zidane e la testata a Materazzi: "Non offese mia madre, ma mia sorella"

Zizou compie 50 anni e ritorna a parlare del motivo che lo spinse a quel gesto nella finale dei Mondiali 2006: "Ero più fragile. A volte è in questi momenti che puoi fare qualcosa che non è giusto..."

Zinedine Zidane (Ansa)

Zinedine Zidane (Ansa)

Roma, 23 giugno 2022 - "Materazzi non offese mia madre, ma mia sorella". Nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, Zinedine Zidane torna a riaccendere la rivalità calcistica fra Italia e Francia. Zizou, nel corso di una lunga intervista pubblicata da L'Equipe, ha riparlato del celebre episodio della finale dei Mondiali del 9 luglio 2006 fra Italia e Francia, la testata assestata sul petto di Marco Materazzi. Un episodio di cui si continua a parlare e, dopo questa confessione, si continuerà a indagare. "Materazzi non disse niente di mia madre - ha detto Zidane nel corso dell'intervista -. Ha detto spesso di non aver insultato mia madre. È vero. Ma ha insultato mia sorella, che era con mia madre in quel momento".

Zidane, ancora alla ricerca di una panchina dopo la fine del ciclo vincente con il Real Madrid, racconta ancora: "Quel giorno, mia madre era molto stanca. Avevo sentito mia sorella al telefono diverse volte durante il giorno. Sapevo che mia madre non stava bene, anche se non era un problema importante. Tuttavia, mi preoccupava. Resto comunque concentrato. Ma queste sono cose che ti agitano. La pressione, questo, quello. Su un campo da calcio, ci si insulta spesso. Tutti parlano tra loro, a volte male, ma tu non reagisci". Ma quel giorno, in una finale di un Mondiale, la storia andò diversamente... "Lì, quel giorno, è successo quello che è successo. Ha iniziato parlando di mia sorella Lila. Lo spazio di un secondo e sono partito... Devi accettarlo. Non sono orgoglioso, ma fa parte della mia vita. Ero più fragile. A volte è in questi momenti che puoi fare qualcosa che non è giusto...".

Della finale contro l'Italia, Zidane ha anche ricordato il gol sul rigore firmato a Buffon: "Siamo al settimo minuto. Mancano 83 minuti. Devo provarci. Anche se sbaglio, posso rimediare. C'è ancora tempo. E ho davanti a me uno dei più grandi portieri del mondo: Gigi. Mi conosce. Devo fargli una cosa che non si aspetta. Ci penso dieci secondi. Non ho mai fatto un 'panenka'. Non è mancanza di rispetto. So che alcuni portieri potrebbero interpretarlo in questo modo. Ma non è questo il caso. Non lo faccio per umiliare. Lo faccio per segnare".