Raiola: "Superlega? Critiche affrettate"

Il procuratore italo-olandese ha parlato ad AS del progetto dei top club europei

Mino Raiola (ANSA)

Mino Raiola (ANSA)

Milano, 1 maggio 2021 - Il progetto Superlega, partito in pompa magna e tramontato in poche ore un paio di settimane fa, continua a far discutere. Sull’argomento è intervenuto, ai taccuini del giornale spagnolo AS, anche il vulcanico procuratore Mino Raiola che non ha risparmiato, come già fatto in passato, qualche bordata alla FIFA e alle istituzioni calcistiche mondiali, guardando al tempo stesso con favore quello che era il progetto di alcuni top club europei: “La mia è totalmente diversa da quella degli altri. Ho sempre condotto la mia battaglia contro la FIFA. Non abbiamo bisogno di lei per giocare a calcio. L’errore degli organizzatori della Superlega è stato forse quello di cercare di fare a meno della Champions League”. Secondo Raiola, quindi, i due tornei avrebbero potuto convivere su binari paralleli: “La Ferrari può correre in Formula Uno e LeMans con due macchine diverse. Perché il Real Madrid non può giocare Champions e Superlega? Organizzare due tornei sarebbe stato forse il più bell’esperimento della storia del calcio. Sarebbero poi stati i tifosi a scegliere quale preferire. Se avessi un club, lo farei giocare in Champions, Superlega e nei campionati nazionali. Per il calcio e il tifo sarebbe stato un bene il dualismo perché avrebbe portato alla creazione di prodotti attraenti”.

Critiche affrettate

Raiola si è poi stupito e non poco per le tante critiche piovute sulla Superlega: “Le proteste della gente mi hanno lasciato incredulo perché erano contro qualcosa che non era ancora stato illustrato nel dettaglio. Ci sono state proteste sul sentore di una competizione chiusa. La Superlega non è un obbligo. Se si vuole si va avanti, altrimenti non si paga per vederla”. Infine, l’agente italo-olandese ha contestato l’idea che la Superlega potesse favorire un acquisto di massa dei club europei da parte di magnati americani: “Gli americani comprano i club europei perché hanno idee precise di business. Gli altri possono comprare un club ma non avere le loro idee. MLS, NBA e NFL sono organizzate in questo modo. Non mi sembra che chi ha protestato odi la NBA o la Formula Uno”.

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