Super League, stampa internazionale: attacco Usa. Cosa dicono i leader europei

Non solo Fifa e Uefa contrarie, e pronte a dare battaglia, ma anche la politica frena il progetto dei 12 grandi club di un torneo d'élite

Mario Draghi (Ansa)

Mario Draghi (Ansa)

Roma, 19 aprile 2021 - L'annuncio della nascita della Superlega europea di calcio, voluta da 12 prestigiosi club, è stata accolta da un coro di no. Dalla Fifa alla Uefa, dalla Lega Serie A alle federazioni di Spagna e Inghilterra, la risposta è stata: "Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada". Con una possibile richiesta di danni per 50 miliardi dietro l'angolo. E c'è chi ipotizza che dietro ci sia un attacco del grande business sportivo Usa al calcio europeo (JP Morgan ha confermato il coinvolgimento nel finanziamento del progetto).

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In futuro i Club Fondatori della Superlega auspicano l'avvio di consultazioni con Uefa e Fifa "al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso". Ma non sembra che il progetto possa trovare approvazioni, ma solo cause in tribunale. I club firmatari sono: AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur. 

La Super League dei "ricconi" - di Paolo Franci

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Sommario

 

Draghi

Sostegno alle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare la funzione sociale del calcio. Questo il riassunto della dichiarazione del premier Mario Draghi sul tema della Super League rilascita nel pomeriggio: "Il governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport".

Macron e BoJo

Anche il leader europei sono contrari. Sulla fuga dei 12 il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Boris Johnson hanno espresso forte contrarietà. BoJo ha twittato: "I piani per una SuperLega europea sarebbero molto dannosi per il calcio, sosteniamo le autorità calcistiche nelle loro azioni". Aggiungendo: "I club coinvolti devono rispondere ai propri tifosi e alla più ampia comunità calcistica prima di compiere ulteriori passi". Dall'Eliseo stessi toni: "La Francia sosterrà tutti i passi che saranno presi da Uefa, Fifa, Lega calcio e Federcalcio francesi per proteggere l'integrità delle competizioni federali, sia nazionali che europee". "Dobbiamo difendere un modello europeo guidato dai valori e basato sulla diversità e sull'inclusione. Non c'è spazio per riservarlo a pochi club ricchi e potenti che vogliono legami stretti con tutto ciò che le federazioni rappresentano: campionati nazionali, promozioni e retrocessioni e sostegno al calcio dilettantistico di base. Universalità, inclusione e diversità sono elementi chiave dello sport europeo e del nostro stile di vita europeo", è il tweet del vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas. Anche il premier ungherese, Viktor Orban, dice no: "L'Ungheria è convinta che la bellezza e la grandezza del più grande gioco del mondo risiedano nel fatto che appartenga a tutti e che i ricchi non possano appropriarsene". 

Sassoli

"Dobbiamo difendere il modello di sport europeo. Sono contrario al calcio che diventa appannaggio di pochi ricchi, lo sport deve essere per tutti". Dopo Boris Johnson e Macron, anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, esprime su Twitter la sua contrarietà.

Il Bayern non vuole

Fuori dal progetto però ci sarebbero due grandi club come PSG e Bayern Monaco, che hanno confermato la loro fedeltà all'Uefa. I tedeschi per primi avrebbero fatto pressioni per una dura reazione della federcalcio europea. Secondo quanto riferisce l'agenzia Ansa il ceo dei bavaesi, Rummenigge, avrebbe anticipato al presidente della Uefa, Ceferin, il progetto imminente e i 'traditori'. Anche il Borussia Dortmund è contrario, conferma in un comunicato l'amministratore delegato Hans-Joachim Watzke. Mentre il Paris Saint Germain è ancora incerto: "Restiamo fedeli alla tradizione Uefa", hanno detto a "The Athletic". Ma i ben informati parlano di un dilemma di Nasser Al-Khelaifi che vuole portare il club ai massimi livelli. Il presidente del Porto FC, Jorge Nuno Pinto da Costa: "Siamo dall'altra parte della barricata come il Bayern Monaco, l'Ajax o il PSG. Se qualcuno vuole uscire dalla Uefa, non possiamo starcene con le mani in mano: dobbiamo inseguirlo". "Ci hanno contattato diversi club per farci entrare nella Super League, ma non abbiamo prestato loro molta attenzione per due motivi. Il primo è che l'Unione Europea non ammette un circuito chiuso di competizioni come nell'NBA, per esempio. E in secondo luogo perchè la Federcalcio portoghese è contraria e come d'altronde la Uefa e dunque non possiamo partecipare a nulla che sia contrario ai principi e alle regole che abbiamo sottoscritto". 

Cosa rischiano

L'Uefa ha minacciato di escludere i club da ogni competizione e di vietare ai giocatori di rispondere alle convocazioni delle nazionali. Nel comunicato ( insieme a Figc, Lega Serie A, Liga, Premier League e le federazioni di Spagna e Inghilterra) si legge: "Resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada. Questo persistente interesse personale di pochi va avanti da troppo tempo. Quando è troppo è troppo". E l'affondo: "Come annunciato in precedenza dalla FIFA e dalle sei Federazioni, ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l'opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali". 

Super League: pronti a difendersi

Sarebbe già pronta una risposta legale alla minaccia di causa per danni avanzata dalla Uefa contro i I 12 club aderenti alla Superlega, lo scrive Le Parisien. In una lettera inviata al presidente della Fifa, Gianni Infantino, e a quello dell'Uefa, Aleksander Ceferin, avrebbero avvisato di aver depositato il loro 'dossier' presso diversi tribunali, senza specificare quali e con quali contenuti.

Riunione Lega Serie A

Nel tardo pomeriggio di oggi è in programma una riunione di Lega di Serie A sulla nascita della Superlega, che riguarda anche 3 grandi club italiani: ovvero Juventus, Inter e Milan. Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, conferma il vertice: "E' un'iniziativa che covava. Oggi pomeriggio c'è una riunione in Lega e speriamo che i diritti interessati ci spieghino bene cosa si intende per Superlega. Quello che abbiamo ascoltato finora non ci piace. Queste squadre che aderiscono al progetto hanno una grande responsabilità, rischiano di uccidere il nostro campionato nazionale". Ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno lad del club neroverde mareggiato: "In Lega c'è grande conflittualità su tutto, sui fondi d'investimento, sui diritti tv, ci sono state anche sette società che hanno sfiduciato Dal Pino e si parla anche di richiesta di danni. Ora tutto questo può avere una spiegazione non stiamo facendo nulla di buono, siamo in un momento di grandissima difficoltà, abbiamo perso tanto tempo dietro lo studio dei fondi d'investimenti e oggi capiamo che c'era un progetto completamente diverso. Probabilmente siamo stati presi in giro, non c'è stata chiarezza. Bisognerebbe essere più onesti fra noi stessi". 

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Sui giornali 

La notizia della Superlega è in apertura delle prime pagine dei quotidiani sportivi. "Superlega? Super NO", la Gazzetta dello Sport. Mentre Tuttosport titola: "Ma siete pazzi? La Superlega uccide il calcio". Il Corriere dello Sport non è da meno: "Superlega, Uefa alla guerra". E Dazn fa spallucce: "Noi non c'entriamo". Sulla stessa linea la stampa internazionale: "La Guerra dei Ricchi", scrive il quotidiano sportivo francese Equipe. Il primo a dare la notizia è stato il New York Times, dove si legge: "Se l'intesa dovesse realizzarsi, stravolgerebbe le strutture, l'economia e le relazioni che hanno tenuto insieme il calcio globale per quasi un secolo". Per il Daily Mail il progetto "rappresenta un movimento tellurico che ha scatenato una guerra nello sport". Di terremoto ne parla anche Le Monde. "Ragioni e pericoli della Superliga, E' possibile un mondiale senza Messi? L'Adidas lo permetterebbe?", è la domanda che pone ai lettori El Mundo. Il settimanale tedesco Zeit in unìanalisi titola: "La rivolta dei super-ricchi".

JP Morgan finanzia i club

Il quotidiano britannico The Indipendent ipotizza una sorta di "punto di non ritorno", un atto di guerra del grande business sportivo targato Stati Uniti. "Ci si prepara a un'enorme battaglia legale: ma i vertici del calcio mondiale sono concordi nella convinzione che in sostanza si tratti di un 'takeover' americano sullo sport più diffuso al mondo, frutto dell'avidità sfrenata del capitalismo Usa". Un portavoce della JP Morgan ha confermato all'agenzia stampa Reuters che la banca d'affari statunitense è coinvolta nel finanziamento del progetto della Super League. Secondo il Financial Times  JP Morgan si è impegnata supportare la nascita della Superlega con un finanziamento da 3,25 miliardi di euro per a mettere a disposizione dei club fondatori della nuova competizione un bonus di benvenuto tra i 200 e i 300 milioni.

Dazn

Dazn, da qualcuno tirata in ballo, con una nota precisa: "Dazn precisa che né l'Azienda né Mr. Blavatnik, sono in alcun modo coinvolti o interessati ad entrare nelle discussioni relative alla costituzione di una SuperLega e che nessuna conversazione in questa direzione ha avuto luogo". 

In Borsa la Juve vola

L'annuncio della Super League vale alla Juventus oltre 180 milioni di capitalizzazione in più a Piazza Affari. Il titolo del club bianconero è stato sugli scudi tutta la seduta e ha chiuso con un balzo del 17,85% a 0,911 euro per azione, valori che non vedeva da settembre, rimanendo comunque ben lontano dagli 1,5 euro di metà 2019 e anche dagli 1,2 euro pre-Covid. La capitalizzazione di ieri della Juventus era di poco superiore a 1 miliardo, col balzo di oggi torna sopra a 1,2 miliardi di euro