Sudtirol calcio promosso in serie B: "Chiamateci Alto Adige". E scoppia la polemica

La squadra di calcio di Bolzano potrebbe ritornare al doppio nome: "Siamo nel campionato italiano"

Il 24 aprile 2022 il Südtirol ottiene la promozione in B: esplode la festa

Il 24 aprile 2022 il Südtirol ottiene la promozione in B: esplode la festa

Bolzano - Il Sudtirol giocherà in Serie B. Ich gratuliere , cioè mi congratulo: a volte il tedesco appare ostico e invece è più semplice di quel che si teme. Ma, dopo oltre un secolo, rimane l’ostacolo per la reciproca accettazione. Intanto andrebbe scritto Südtirol, con l'Umlaut, cioè i due puntini sulla "u". Ma non è dovuto alla superficialità delle agenzie di stampa. I computer in Italia sono privi dei puntini che a volte vanno anche sulla "a" e sulla "o". Come il mio laptop mi obbliga a una fastidiosa manovra per mettere gli accenti italiani. La promozione, con 22 vittorie e solo due sconfitte, dovrebbe essere una festa dello sport, invece è un problema politico.

Südtirol o Alto Adige? Perché la squadra di Bolzano o di Bozen ha dimenticato la doppia denominazione presente quando nacque nel 1990? I tifosi della gradinata nord protestano: "Il Südtirol non ci rappresenta", e ottengono l’appoggio di Fratelli d’Italia. Tutto è politica, anche la cucina, ma è triste quando i politici si occupano dello sport. Come, per inciso, è ingiusto escludere i tennisti russi da Wimbledon. "Il Sudtirol non scalda il cuore di tutti, insistono i tifosi, si ritorni al nome bilingue". Quando parlano alla tv tedesca di Reinhold Messner, nato a Brixen o Bressanone, aggiungono "sudtirolese", come per il tennista Jannik Sinner, nato a Innichen, cioè San Candido. Un piccolo dispetto? Difficile cancellare la memoria storia. La squadra di Bolzano gioca con la maglia bianca e rossa della regione: sono anche i colori anche dell’Austria.

Ma in realtà i sudtirolesi o altoatesini sarebbero bavaresi, discendono dai Bajuwaren, che risalgono al sesto secolo. Geograficamente, la regione è italiana, a sud delle Alpi, ma non tutti gli abitanti si ritengono italiani. Solo il 30 per cento parla la nostra lingua, e non dimentica Mussolini che dopo il 1922 proibì l’uso del tedesco. Oggi si risponde dimenticando l’italiano nei cartelli stradali, anche per i sentieri di montagna, il che potrebbe creare un pericolo. Diciamo che si dovrebbe evitare la reciproca intolleranza. E gli equivoci.

Anni fa, mia moglie che si trovava a Roma, all’ultimo momento, decise che avremmo potuto andare in vacanza con nostri amici a Rasun Anterselva, o a Rasen-Antholz, in Val Pusteria, ma la pensione era al completo. Prova tu da Bonn in tedesco, mi chiese lei. Provai, ma ero scettico: perché avrebbero dovuto rinunciare a dei clienti? Invece per me la camera era libera, anche se il mio accento è un po’ diverso da quello di Frau Merkel. Ci andammo, ma poi ci trasferimmo in un’altra pensione, sospettando che la padrona fosse antitaliana. Quella è mia cugina, ci disse la signora che ci accolse, ed è antipatica a me e a tutto il paese. Una questione anche di carattere, non solo di razzismo.

Nella squadra biancorossa giocano senza problemi un ghanese, un francese, un marocchino, un ivoriano, e molti calciatori dall’italianissimo nome, il portiere Grabriel Meli è nato a Bagno a Ripoli, i campioni dal nome austriaco o tedesco sono in minoranza. È un peccato, la regione potrebbe essere un punto d´incontro, tra noi e loro, per un’integrazione europea, come si tenta da anni all’Università di Bozen o Bolzano.