Mercoledì 24 Aprile 2024

Spadafora: "Mi auguro che la serie A riparta a metà giugno. Altrimenti sarebbe surreale"

Il ministro dello Sport: "Se il governo fosse costretto a chiudere la stagione, creerebbe delle norme apposite per arginare i danni"

Vincenzo Spadafora

Vincenzo Spadafora

Roma, 5 maggio 2020 - "Mi auguro vivamente che a metà giugno riparta la Serie A: sarebbe surreale il contrario". Vincenzo Spadafora risponde così alle critiche piovutegli addosso dopo il messaggio social postato domenica sera ("Della ripresa del campionato per ora non se ne parla proprio") in cui l'impressione sembrava quasi quella che il ministro dello Sport fosse un po' stufo della situazione.

"I toni di questi giorni sono scaturiti dalla pressione subita - chiarisce Spadafora durante il programma 'Frontiere' su Rai 1 - La ripresa dovrà avvenire quando saremo in sicurezza. Molto dipenderà dalle prossime due settimane e da come questa prima riapertura inciderà sul tasso dei contagi. Comunque, abbiamo confermato la roadmap prevista, visto che il 4 maggio sono ripresi gli allenamenti individuali e il protocollo è stato applicato anche ai singoli atleti, nel caso specifico ai calciatori, che devono allenarsi singolarmente e non con la squadra. E poi dal 18 sarà possibile riprendere le sedute di squadra". 

In quest'ottica, il ministro dello Sport ci tiene a ribadire però l'importanza di arrivare a un accordo fra il Comitato medico scientifico e la Figc riguardante il protocollo di sicurezza da attuare. "Sono convinto che entro questa settimana avremo un responso. Il Comitato tecnico scientifico aveva qualche perplessità, anche quella del calcio troverà una soluzione, nonostante ci sia tanto da fare". Ma se questo non dovesse accadere, sarà il Governo a decretare lo stop definitivo della stagione? "La Lega di serie A penso si aspetti questo: posso capirlo perché è un’assunzione di responsabilità importante. Dovessimo essere costretti a chiudere il calcio, ci prenderemmo questa responsabilità e creeremo delle norme apposite per arginare i danni che avrebbero i club