Katia Serra: "Serie A, è arrivato il momento del coraggio"

La prima donna a commentare un successo azzurro: "La lezione dell’Europeo è che si può vincere giocando un calcio diverso". L'intervista

Katia Serra (Instagram)

Katia Serra (Instagram)

Katia Serra, la prima donna a commentare in diretta una vittoria azzurra: smaltita la sbornia emotiva post-europeo?

"Diciamo di sì, è stata veramente un’esperienza entusiasmante, incredibile anche per l’affetto ricevuto. La scia dei messaggi si è trascinata per una quindicina di giorni".

Secondo lei che cosa lascia la vittoria di Mancini come eredità al movimento?

"Non lo so, mi auguro che lasci una mentalità, che venga recepito il fatto di poter provare a ottenere risultati con un calcio offensivo basato sulla qualità tecnica e sulla scelta di aggredire alti gli avversari, con coraggio".

Si aspettava questo successo?

"No, non sono una che sale sul carro adesso. Credevo che Francia e Belgio ci fossero superiori come individualità e collettivo. Dopo aver battuto l’Austria ho iniziato a crederci davvero, a dire il vero mi preoccupava più il Belgio dell’Inghilterra"

Torniamo al presente. La vicenda Messi dimostra che i soldi dei ricchi in realtà non finiscono mai?

"Più o meno è così. Non ho capito come funziona il fair play finanziario, non ho capito nemmeno perché Messi non riuscisse a restare al Barcellona pur dimezzandosi lo stipendio. Questa vicenda dimostra che pochi possono spendere cifre esorbitanti, che non so quanto possano aiutare il sistema a reggere".

Nel giro degli affari stellari è rimasta coinvolta anche l’Inter, anche se solo in uscita.

"Mi sembra che da una parte ci siano i problemi di liquidità dettati dalle scelte della proprietà, dall’altro una dirigenza che sta cercando di ovviare a una situazione delicata. Ma aspetterei a dare l’Inter per morta: a me Dumfries all’Europeo è piaciuto moltissimo, e lo scambio Lukaku-Hakimi per Dzeko-Dumfries non mi sembra così brutto. Mi preoccupa di più la futura gestione della quotidianità".

La sua favorita scudetto?

"Una assoluta non c’è. Vedo molto bene il Milan, c’è la Juve ma è un’incognita a centrocampo, ci metto appunto l’Inter e anche l’Atalanta: con caratteristiche diverse, per me queste quattro partono alla pari per giocarsi lo scudetto"

Allegri non basta, per la Juve?

"E’ un ritorno molto positivo, ha sicuramente fatto bene i suoi calcoli, ma la squadra è ancora da completare con l’operazione che gli farebbe fare salto di qualità a centrocampo".

Perché le piace il Milan?

"Perché mi sembra completo in tutti i reparti, Giroud è un’alternativa validissima ad Ibra e i due possono anche giocare insieme. Soprattutto credo che Pioli sia maturato molto, ha la caratteristica di saper fare un passo indietro in favore di Ibra nella gestione della leadership, ha capito che Ibra la usa per la squadra. È un equilibrio tra due persone intelligenti, forse qualche anno fa lo stesso Zlatan non sarebbe stato gestibile nello stesso modo. Pioli è stato abile a capire che questo bilanciamento dei poteri è una risorsa per il gruppo".

Mourinho, Sarri e Spalletti sono fuori dai giochi tricolori?

"Quest’anno ci sono molti allenatori top, ma con squadre ancora con troppi punti interrogativi. A mercato aperto, la Lazio è quella che mi convince meno".

Il Sassuolo ha sfiorato l’Europa e ora deve ricominciare senza De Zerbi.

"Ma Dionisi è l’uomo giusto per raccoglierne l’eredità, questa società ha una sua dimensione e mentalità precise. Sono sicuro che darà continuità, dipende da quanti big resteranno. Non solo Locatelli, anche Berardi e Raspadori sono pronti per il salto di qualità"

Al Bologna basterà Arnautovic, per svoltare?

"Speriamo. Là davanti con l’austriaco finalmente c’è un attaccante da doppia cifra che manca dai tempi di Di Vaio. Può aiutare ad alzare l’asticella, i giovani sono maturati, è l’anno della consacrazione: o fanno il salto di qualità quest’anno, oppure bisognerà rivedere le valutazioni su certi giocatori".

Approfondisci:

Bentornati Campioni, la serie A ora è più bella

Bentornati Campioni, la serie A ora è più bella