Giovedì 25 Aprile 2024

Coronavirus, riapertura degli stadi al pubblico? Il Cts dice no

Per gli esperti bisogna attendere almeno la metà di ottobre, quando saranno più definiti gli effetti della riapertura delle scuole sull'epidemia

La capienza ridotta degli stadi oggi crea seri problemi finanziari alle società

La capienza ridotta degli stadi oggi crea seri problemi finanziari alle società

Roma, 26 settembre 2020 - Nel giorno dell'inizio della seconda giornata di serie A, arriva il 'verdetto' del Cts sulla riaperura degli stadi al pubblico. E non è una bella notizia, per i tifosi: il Comitato Tecnico Scientifico ha detto ufficialmente 'no' a ulteriori aperture al pubblico per gli eventi sportivi, a partire dagli stadi di calcio. Un parere che non stupisce, alla luce delle recenti dichiarazioni dello stesso ministro della Salute Roberto Speranza e di molti esperti italiani, anche dello stesso Cts, che sottolineavano l'andamento dei dati in Italia e la situazione nei vicini Paesi europei

Le linee guida della Conferenza delle regioni prevedono un aumento della capienza al 25% degli impianti. Per gli esperti, per rivedere le misure bisogna attendere almeno la metà di ottobre, quando saranno più definiti gli effetti della riapertura delle scuole sull'andamento della curva del virus.

Riapertura stadi, le criticità

La partecipazione del pubblico agli eventi delle diverse discipline sportive e delle diverse serie, scrive il Cts, rappresenta "la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus - anche in considerazione del recente avvio dell'anno scolastico, il cui impatto sulla curva epidemica dovrà essere oggetto di analisi nel breve periodo". Per questo il Comitato "ritiene che, sulla base degli attuali indici epidemiologici e in coerenza con quanto più volte raccomandato, non esistano - al momento - le condizioni per consentire negli eventi all'aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome".

E continua il documento: "Resta, comunque, imprescindibile assicurare - per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore - la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l'igienizzazione delle mani e l'uso delle mascherine". 

Qualora l'evento non possa garantire le citate misure di prevenzione, "i numeri indicati nel Dpcm dovranno necessariamente essere ridotti dagli enti organizzatori e posti sotto la valutazione e la responsabilità delle autorità sanitarie competenti". Il Cts infine, "pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, ritiene che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione".

Gravina: rispettiamo i consigli del Cts

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina è sicuro: "Dobbiamo essere rispettosi dei principi che il Comitato Tecnico Scientifico suggerirà al nostro governo e quella che sarà la scelta definitiva del Premier Conte. Ci dobbiamo fidare e affidare alla scienza e sono convinto che attivando tutti i meccanismi di dialogo tra le parti in campo si possa arrivare alla soluzione migliore. Non dimentichiamo che grazie al dialogo tra il mio mondo, quello del calcio, e il mondo politico rappresentato dai ministri Spadafora e Speranza siamo riusciti a portare a termine le competizioni". Quanto ai "mille invitati" alle partite, Gravina commenta: "E' un inizio e un segnale di riconoscenza perché la maggior parte delle società stanno ospitando al 70% medici, infermieri, operatori sanitari e tutti quelli che negli ospedali hanno dato un contributo per uscire dall'emergenza. Non è una riapertura al pubblico, oggi l'esigenza è diversa".

Infine la onsiderazione: "E' chiaro che all'interno dello stadio, agorà classico per stare tutti insieme, abbiamo visto che senza pubblico è triste e monco. Un corpo senz'anima"

Pioli: ci mancano i tifosi

Il tecnico del Milan, Stefano Pioli confessa che i tifosi mancano: "L'aspetto più importante della stagione sarà quando potremo riavere gli stadi pieni - dice - Siamo stati bravi ad abituarci a questa situazione ma ci mancano perché i tifosi ti danno adrenalina e vigore".