Giovedì 18 Aprile 2024

Retegui canta già l'inno di Mameli. Per i tifosi meglio di Gigi D'Alessio e Clementino

Il bomber italoargentino ha cantato l'inno prima della sfida contro Malta. Sulle tribune striscione di protesta contro l'esecuzione dei due artisti a Napoli

Lo striscione che contesta l'esecuzione dell'inno a Napoli

Lo striscione che contesta l'esecuzione dell'inno a Napoli

Mateo Retegui non è soltanto l’uomo nuovo del calcio azzurro. Ha anche già battuto il campione del mondo Mauro Camoranesi, oriundo argentino come lui, che nel 2006 non cantava l’inno di Mameli. Camoranesi fu decisivo per farci vincere un mondiale, da Retegui ci accontenteremmo che a un mondiale ci riportasse, ma è anche da certi particolari che si giudica un giocatore. E la sua intelligenza.

Mateo Retegui festeggia il gol contro Malta
Mateo Retegui festeggia il gol contro Malta

Ieri sera a Malta l’attaccante voluto dal ct Roberto Mancini ha fatto capire che non è bravo solo sotto porta, come dimostrano i due gol in due gare in azzurro. C’è anche una testa molto sveglia, su quel corpo da bomber, se è vero che dopo le critiche ricevute per aver risposto alle domande in spagnolo e con l’aiuto dell’interprete in occasione della partita persa contro l’Inghilterra, ieri è stato visto in mondovisione mentre cantava l’inno di Mameli, prima di affrontare Malta alla quale ha segnato presto, sbloccando una gara che rischiava di diventare rognosa. Ecco, è chiaro che a Retegui si concederà anche di fare scena muta quando parte ’Fratelli d’Italia’, se continuerà a cantare la musica dei suoi gol. Ma averlo visto già così preso nella parte è un segnale, a saperlo decifrare.

Perché l’inno ha un valore simbolico importantissimo, e lo dimostrano gli striscioni apparsi sugli spalti del National Stadium di Ta' Qali, che contestavano l’esecuzione di Gigi D'Alessio e Clementino giovedì prima del match del Maradona. Al di là dei gusti personali, anche questo era un segno da interpretare. Ci siamo presentati così di fronte alla Nazionale del Paese di Beatles e Rolling Stones. Che poi ci dessero una lezione, era il minimo che ci dovevamo aspettare.