È morto Pelé, il mondo piange O Rey del calcio

Il campione brasiliano, tre volte vincitore della Coppa del Mondo, si è spento all'età di 82 anni. Sarà sepolto a Santos, comune del Brasile nello Stato di San Paolo dove ha giocato per 20 anni

Rio de Janeiro, 29 dicembre 2022 - Pelé è morto. Il campione brasiliano era ricoverato all'ospedale Albert Einstein di San Paolo dal 29 novembre, dove ha trascorso il periodo di Natale per l'aggravarsi della sua situazione di salute. Edson Arantes do Nascimento, il suo vero nome, stava combattendo una battaglia contro il tumore al colon dal 2021. La notizia della scomparsa della leggenda verdeoro è apparsa sul suo profilo Instagram. La figlia Kely Nascimento ha scritto: "Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace".  Pelé sarà sepolto a Santos, comune del Brasile nello Stato di San Paolo, e dove ha giocato per 20 anni. Nelle prossime a Vila Belmiro, la storica casa del Santos, si terrà la veglia funebre per ricordarlo. La cerimonia sarà aperta al pubblico così da permettere ai brasiliani di dare un ultimo saluto a O Rey. L'ultimo saluto durerà un giorno, dalle 10 del 2 gennaio fino alle 10 del giorno seguente. Poi martedì 3 gennaio i funerali. Bolsonaro ha decretato 3 giorni di lutto in tutto il Brasile.

Approfondisci:

Pelé: la parola entra nel dizionario brasiliano. Che cosa significa

Pelé: la parola entra nel dizionario brasiliano. Che cosa significa

Leggi anche: Pelé: oggi veglia funebre, la diretta. "Ci sarà anche il presidente Lula"

Pelé, il funerale e la scelta di farlo slittare dopo l'insediamento di Lula

Morte Pelè, le reazioni del mondo dello sport

Segnò 1281 gol

Il leggendario numero 10 della Seleçao ha giocato la maggior parte della sua carriera nel suo Paese con la casacca del Santos (dal 1957 al 1974, giocando 580 partite e realizzando 568 reti), per poi farsi tentare nalla nascente lega degli Usa, andando a giocare nei Cosmos di New York (dal 1975 al 1977, con 56 presenze e 31 gol). 

Ma il suo nome rimarrà per sempre legato alla Nazionale brasiliana, con 92 presenze e 77 gol, tra il 1957 e il 1971. Anni fa la Fifa, dopo una lunga disputa, gli ha riconosciuto il record di reti realizzate in carriera: 1.281 in 1.363 partite. La statistica parla 757 gol in 816 incontri ufficiali, con una media realizzativa pari a 0,93 gol a match. 

E segnava tanto perché era il più forte, attaccante o centrocampista, era completo, veloce, imbattibile nel dribbling. Il tutto associato alla visione del gioco e all'abilità nei passaggio, e nei gol, come pochi. Forte in tutto, anche nel colpo di testa, nonostante il suo metro e 72: vedi il gol nella finale dei Mondiali '70 con cui contribuì al 4-1 Per i verdeoro. Un fenomeno precoce, se si pensa che vinse il primo mondiale da assoluto protagonista in Svezia nel '58 all'età di 17 anni. 

O Rey, come lo soprannominarono i suoi connazionali brasiliani, è stato Atleta del secolo (assegnato dal Cio nel 1999), calciatore del secolo (ex aequo con Maradona). Assieme a Muhammad Alì è stato l'atleta più celebre della storia. Tutti conoscevano Pelè, e generazioni di calciatori si sono ispirati a lui e alle sue finte. 

Pelè e Paolo Rossi (Ansa)
Pelè e Paolo Rossi (Ansa)

Pelé nell’Olimpo. Con Maradona e Messi era la Trinità. E un inno alla fantasia

"Sono conosciuto più di Gesù"

Anni fa disse: "Sono conosciuto più di Gesù Cristo", frase criticata, ma che non si allontanava troppo dalla realtà, lui stesso spiegò: "Anche se è una cosa blasfema c'è una logica. Io sono cattolico, e so cosa significhi Gesù con i suoi valori. Ma nel mondo è pieno di gente che crede in altro: in Asia , ad esempio, ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi è Cristo, ma di Pelé hanno sentito parlare...". 

Più fotografato e intervistato dei divi del cinema, Pelé è sempre stato accolto con gioia nelle 88 nazioni visitate, ed è stato ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. In Nigeria venne dichiarata anche una tregua di 48 ore durante la guerra del Biafra. Lo Scià di Persia lo aspettò tre ore in un aeroporto solo per potersi fare una foto con lui.

"Tesoro nazionale"

Amato all'estero e adorato in patria: alla sola età di 20 anni il Brasile lo dichiarò "tesoro nazionale", e fu questo forse il motivo per cui non venne mai a mettersi alla prova in Europa: era proibita la sua cessione all'estero. Il presidente dell'Inter Angelo Moratti sognava di portarlo in nerazzurro, ma si dovette arrendere.

Statue dedicate a lui e anche un dipinto di Andy Warhol. Così incredibile nel suo 'futebol' da entrare di forza in tutto il mondo dello spettacolo:  100 canzoni gli sono state dedicate, 2 le avrebbe cantate lui stesso, e poi il cinema dove la sua rovesciata nel film Fuga per la vittoria è rimasta negli occhi degli amanti del calcio, come di quelli del grande schermo.