Napoli, è tornato il gigante Osimhen. Per Spalletti numeri record

Il nigeriano sale in cattedra nel giorno in cui la Roma riesce a spegnere Kvaratskhelia. Per il tecnico undicesima vittoria consecutiva

Roma-Napoli, l'esultanza di Osimhen (Ansa)

Roma-Napoli, l'esultanza di Osimhen (Ansa)

Napoli, 24 ottobre 2022 - Gli esami non finiscono mai: lo sa bene il Napoli capolista, che però non si scompone e continua a macinare vittorie, con il computo totale che tra campionato e Champions League sale addirittura a 11.

Scende Kvara, sale Osimhen

Il tutto con la sensazione di essere di fronte a una striscia parziale e destinata a durare ancora a lungo. Banalmente si potrebbe avvalorare questa tesi guardando all'imminente calendario (e in particolare alle sfide interne contro Rangers e Sassuolo), ma ormai questo discorso non sta in piedi: gli azzurri stanno dimostrando di saper battere chiunque. Anche una Roma ben chiusa e capace - evento finora raro - di imbavagliare Kvaratskhelia: per il georgiano, dopo il clamoroso boom iniziale, è forse arrivato il fisiologico momento di stabilizzazione anche per merito delle misure prese nel frattempo dalle difese avversarie. Il problema, per queste ultime, è che nel Napoli le belve da domare sono tante. Spesso troppe: specialmente se in cattedra sale ancora Osimhen, finalmente decisivo come era lecito aspettarsi fin dal suo approdo nel capoluogo campano. Il nigeriano sfrutta l'unica sbavatura della gara di Smalling e firma il nuovo allungo degli azzurri sul Milan e sulle altre inseguitrici: un bel segnale di forza per una squadra che, è bene ricordarlo, fino a qualche anno fa perdeva le partite 'in albergo' e lo faceva anche a causa della mancanza della tempra mentale per gestire le pressioni. Certo, all'epoca la stagione era alle battute conclusive, mentre ora per il Napoli si prospettano ancora tanti mesi da vivere con lo scomodo ruolo di lepre su cui fare la corsa.

Il curioso -2 in classifica

A questo gli azzurri ci penseranno più avanti e lo faranno soprattutto grazie alla mentalità portata da Luciano Spalletti, forse il primo allenatore a riuscire nell'impresa di inculcare in una piazza rovente e passionale come quella partenopea l'input di ragionare pensando a una partita per volta e senza troppi trionfalismi precoci quando le cose vanno bene o disfattismi eccessivi al cospetto delle difficoltà. Già, ma quali? Per ora a referto ci sono solo i pareggi contro Fiorentina e Lecce: due serate storte che mai come oggi assumono i connotati di mezzi passi falsi episodici che, con questa lena, potrebbero anche non costituire un rimpianto futuro. Il Napoli macina così tanti punti da essere stato già capace di scavare un piccolo grande solco tra sé e le altre: il tutto pensando che, curiosamente, rispetto a un anno fa gli azzurri hanno 2 punti in meno in classifica.

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