Giovedì 25 Aprile 2024

Nazionale, Di Biagio: "E' la mia occasione". E non chiude a Balotelli

"Buffon qui per giocare e dare quel qualcosa in più". Su SuperMario: "I gol non bastano. Ma verso di lui nessuna chiusura"

Luigi Di Biagio (LaPresse)

Luigi Di Biagio (LaPresse)

Coverciano, 19 marzo 2018 - La prima domanda su Balotelli? Neanche per sogno. La bramosia di sapere per quale motivo non fosse stato convocato SuperMario - uno dei tormentoni più in voga degli ultimi anni - è scesa ai minimi storici. E sì, perchè il primo quesito rivolto al ct a Coverciano, in vista delle amichevoli con Argentina e Inghilterra, riguarda Gigi Buffon. Perchè richiamarlo? Il ct l'aveva detto giorni fa: “Uno come lui non poteva chiudere contro la Svezia” e ieri ha ampliato i confini sulla presenza del portiere della Juve: "Gigi giocherà una o due partite, non lo so ancora, vedremo in questi giorni perchè io devo agire rispetto a ciò che vedo. Lui è qui per aggregare, ma anche per giocare e dare quel qualcosa in più. Comunque c'è chi è qui per rubargli il posto quando Buffon invecchierà un minimo… Donnarumma è un grande portiere, anche se per un errore è diventato scarso... - ironizza il ct - Perin è stato un mio giocatore nell’Under 20". E queste sono le parole per chi c'è, nel caso specifico un monumento.

Poi, è il momento di chi non c'è: "Balotelli? Ho già detto in modo molto chiaro che i numeri sono evidenti quando si gioca da attaccanti perchè ci sono i gol, ma quei numeri devono essere conditi con le prestazioni. Io ho guardato, valutato e deciso. Ho pensato che per il mio bene e per la mia squadra siano le scelte migliori. Ora va così, ma non c’è nessuna chiusura".

Mario no, dunque perchè non è adatto alle idee di calcio di Di Biagio e, forse, anche al gruppo azzurro. Il ct parla degli esordienti, in particolare di Cutrone: "Mi ha convinto con le prestazioni e con il suo entusiasmo. Non che non lo si conosca bene, è qui con noi dall'Under 15". Spiega, poi, come si possa ripartire dopo un crac senza precedenti: "Il passato non lo possiamo cambiare purtroppo. Però possiamo dire di non essere ai livelli delle più forti al mondo, ma nemmeno a quello delle peggiori. Si può ricreare una squadra - riflette il ct - ripartire da quei calciatori che ho visto crescere. Di certezze ce ne sono, tanti giocatori sono titolari anche nelle grandi squadre, come Candreva o Gagliardini o Insigne che è una certezza e, ancora, quel Belotti che si sta riprendendo bene. La difesa? E' un problema perchè ho perso molti centrali, ultimo Chiellini, dopo Caldara, Romagnoli e, sì, Davide".

Poi, uno sguardo sul futuro. Il suo futuro. Di Biagio sa di essere vertice di un triangolo dal quale uscirà fuori il nome del nuovo ct. Gli altri sono Mancini e Conte, due mostri, ma a Di Biagio piace giocarsela contro chiunque sin da quando dava i primi calci al pallone: "So che ho le mie chance per giocarmi questa partita e voglio mettere in difficoltà chi dovrà scegliere. Ora però dobbiamo giocare queste partite e dobbiamo farlo bene perchè a nessuno piace perdere e tutto deve essere conseguenza delle prestazioni. Noi vogliamo imporre il nostro gioco, occupare la metà campo avversaria a prescindere dal valore di chi avrai di fronte". Messi, ad esempio. Certo, a Di Biagio non mancano coraggio e personalità. Se basteranno per vincere la corsa alla panchina azzurro, lo scopriremo a breve.