Martedì 23 Aprile 2024

Napoli, ipotesi taglio del monte ingaggi

Come le altre società italiane, anche quella partenopea spera di risparmiare tra il 20 e il 30% degli stipendi dei tesserati, tra cui spiccano i Paperoni Koulibaly e Insigne

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 20 marzo 2020 - Oltre alla preoccupazione per l'effettiva ripresa della stagione sportiva, ad angosciare i club di Serie A c'è l'aspetto finanziario che sta risentendo non poco dell'emergenza Coronavirus: a parlare sono i numeri delle perdite stimate. GLI SCENARI - Sono due le ipotesi sui milioni dilapidati: la prima, la più mite (si fa per dire), oscilla tra 160 e 200 milioni, mentre la seconda si spinge addirittura fino a 600/700 milioni. Insomma, in entrambi i casi le società italiane (e non solo) rischiano il default: da qui l'idea di ricorrere al taglio degli stipendi dei calciatori, provvedimento che si andrebbe a sommare alla sospensione sui contributi da versare a fine marzo varata dal Governo. Più precisamente, i club vorrebbero risparmiare tra il 20 e il 30% del monte ingaggi, per un totale di circa 260 milioni. Applicando questi parametri, il Napoli eviterebbe di sborsare 28 milioni, poco più della metà del ricavo della Juventus, che sul solo Cristiano Ronaldo tratterebbe 9 milioni. Non saranno ai livelli dell'asso portoghese, ma anche tra le fila degli azzurri ci sono dei Paperoni. Due su tutti: Kalidou Koulibaly e Lorenzo Insigne. Il senegalese attualmente percepisce 6 milioni all'anno e in caso di approvazione del taglio perderebbe 150mila euro al mese. Il capitano guadagna invece 4,6 milioni a stagione: con una decurtazione del 30% sarebbero 115mila gli euro lasciati nelle casse del club partenopeo. Insomma, cifre di tutto rispetto nell'ottica del dorato mondo dei giocatori, apparsi non a caso poco inclini ad accettare un'ipotesi che si potrebbe rendere necessaria per salvaguardare il calcio italiano, alle prese con una crisi senza precedenti. TORNANO LE VECCHIE RUGGINI? - In caso di via libero al taglio degli ingaggi, i riflettori sarebbero inevitabilmente puntati sul Napoli, reduce da mesi di lotta intestina tra società e calciatori. Ironia del destino, proprio quando stava arrivando la schiarita sia in campo sia fuori (dove però è tuttora in corso un procedimento legale), l'emergenza sanitaria rischia di riaccendere vecchie ruggini. Oppure potrebbe avverarsi lo scenario opposto, ovvero un'inaspettata mano tesa dai giocatori ad Aurelio De Laurentiis che magari potrebbe seppellire anche la questione multe aperta dopo l'ammutinamento. Quel che è certo è che mai come quest'anno all'ombra del Vesuvio di momenti di noia se ne sono visti pochi, anche adesso che il pallone purtroppo ha smesso di rotolare a causa di forza maggiore.