Napoli, scoppia il caso Insigne

La tribuna inflitta a Genk da Ancelotti al capitano fa discutere ma ha lo scopo di pungolare l'intero gruppo, privo della giusta cattiveria sotto porta

Lorenzo Insigne, 28 anni

Lorenzo Insigne, 28 anni

Napoli, 3 ottobre 2019 - Un pareggio deludente per com'è maturato e un caso Insigne che sembra tutt'altro che archiviato: è questa l'eredità che il Napoli porta con sé dalla trasferta di Champions League contro il Genk. QUEL FASTIDIO ALL'ADDUTTORE... - Se il punto guadagnato in Belgio può essere considerato comunque abbastanza positivo in ottica classifica del Girone E, la clamorosa esclusione del capitano è destinata ad agitare ancora le acque all'ombra del Vesuvio. Tutto ciò anche grazie alle parole usate da Carlo Ancelotti nel dopopartita per motivare la tribuna inflitta al numero 24, giudicato troppo indietro dal punto di vista della condizione fisica. Forse c'entrano le scorie del problema all'adduttore sofferto nel riscaldamento dell'Allianz Stadium e mai confessato allo staff medico partenopeo, atteggiamento che pare aver indispettito quest'ultimo e soprattutto l'allenatore di Reggiolo. All'epoca si parlò di eccessivo attaccamento alla maglia di Lorenzo Insigne, voglioso di punire finalmente a domicilio la rivale Juventus, ma la sua prova molto deludente, che obbligò Ancelotti praticamente fin dall'inizio della ripresa a spendere una sostituzione, a quanto pare è stata vista con altre chiavi di lettura. Come se non bastasse, dal rientro in campo in poi le prestazioni del capitano sono andate in continuo calando, scenario che in effetti è la costante di questo primo scorcio di stagione se si esclude la gara del Franchi dove, va ricordato, comunque il folletto di Frattamaggiore segnò "solo" un rigore e un facile tap-in: insomma, niente di quel trascendentale che si aspettano i tifosi azzurri ma neanche dell'ordinario che invece chiede un Ancelotti deluso ma determinato a mandare un segnale forte all'intero gruppo. RISCATTO A TORINO? - Non esistono intoccabili: è questo ciò che ha voluto dire il tecnico emiliano con la tribuna choc di Insigne, che in effetti rappresenta una "punizione" più generale che personale. Nel mirino una fase d'attacco poco incisiva, come già si era avuto modo di vedere nel match ormai passato agli annali contro il Cagliari: anche quella sera scese in campo Arkadiusz Milik, un lontano parente del bomber ammirato la passata stagione. Probabile però che sia il polacco sia soprattutto Insigne possano avere un'altra chance a Torino, sponda granata e solo studiando la prestazione di entrambi (e del resto della ciurma) si capirà se lo spauracchio tribuna ha pungolato a dovere quei giocatori caduti in qualche leziosità di troppo.