Sabato 20 Aprile 2024

Napoli, Insigne simbolo della rivoluzione di Ancelotti

Il numero 24, schierato in posizione più avanzata, sta brillando in questo inizio di stagione proprio grazie ai dettami del tecnico emiliano, sempre più al comando degli azzurri

Carlo Ancelotti e Lorenzo Insigne

Carlo Ancelotti e Lorenzo Insigne

Napoli, 24 settembre 2018 - Il 4-4-2 varato da Carlo Ancelotti doveva innanzitutto tappare l'emorragia difensiva: la missione non solo è riuscita, ma adesso a girare a dovere è anche l'attacco, aiutato da quello che sembra un compromesso tra il vecchio e il nuovo. RIVOLUZIONE - Cominciamo dal vecchio. Contro il Torino è tornata la batteria degli attaccanti in miniatura, schierati tutti insieme: Callejon e Verdi (poi sostituito da Zielinski) sulle fasce, Insigne e Mertens come punte, con quest'ultimo in posizione più avanzata rispetto al folletto di Frattamaggiore. Il risultato è stato caotico sì, ma solo per la difesa granata, che soprattutto nel primo tempo è stata letteralmente in balia del Napoli: ad aver tolto certezze alla squadra di Walter Mazzarri è stata l'intercambiabilità di tutti i protagonisti del reparto avanzato azzurro, a cominciare da Insigne e Verdi, guarda caso entrambi finiti sul tabellino dei marcatori. Dalla sostituzione punitiva nell'intervallo di Genova ai gol che hanno steso il Torino ieri: quando si dice prendersi la giusta rivincita. Sugli scudi in particolare il numero 24, e non solo per la doppietta: Insigne sta vivendo il miglior inizio di campionato da quando veste la maglia azzurra grazie a 4 gol in 5 giornate. E' proprio il folletto di Frattamaggiore l'uomo che sta beneficiando maggiormente delle novità tattiche volute da Ancelotti, che lo ha spostato in una posizione più avanzata consentendogli di sfruttare il suo innato senso del gol (vedasi la stagione in Serie B col Pescara di Zeman) senza più relegare il suo destro ai soli assist per Callejon. JUVENTUS NEL MIRINO - E qui siamo già al nuovo: così come Sarri aveva trovato (e indovinato) un ruolo inedito per Mertens, così l'allenatore di Reggiolo sta sperimentando (e finora indovinando) una variante tattica che finisce per esaltare la cattiveria agonistica di Insigne, il volto simbolo del Napoli che è e che sarà. Il Napoli che è stato invece appartiene sempre di più al passato, come testimoniano i meccanismi sempre più perfetti del 4-4-2 ancelottiano, che prima di sbocciare del tutto era stato preceduto dalla crisalide 4-2-3-1. Certo, a favorire l'opera degli azzurri ci si è messo un Torino timido in attacco e imbranato in difesa, ma la prova del nove, dopo l'impegno sulla carta facile contro il Parma, arriverà sabato, quando il Napoli tornerà in Piemonte per sfidare l'altra squadra del capoluogo. Quella che Insigne, l'uomo del momento, non ha mai castigato a domicilio.