Napoli, con la Fiorentina il festival degli errori

Dall'entrata scellerata di Koulibaly alla sostituzione di Jorginho, passando per l'ormai consueta anemia offensiva: tutto sul pomeriggio nero dei partenopei al Franchi

La delusione degli azzurri al Franchi

La delusione degli azzurri al Franchi

Napoli, 30 aprile 2018 - Adesso si fa dura: a 3 giornate dal termine del campionato i punti di distacco dalla Juventus sono tornati 4. Insomma, salvo cataclismi la Vecchia Signora sarà capace di amministrare un vantaggio che sale anche di una lunghezza se si considera la differenza reti. Cala (forse) il sipario sui sogni azzurri. Non senza qualche rimpianto. RECORD NEGATIVI - Il primo è legato alla pessima prova di Firenze, ovvero come perdere l'ultimo treno per restare agganciati ai bianconeri che, va ricordato, devono ancora giocare in casa della Roma. Quella del Franchi doveva essere la partita della vita e invece la macchina Napoli si è ingolfata in maniera fatale dopo aver già dato varie avvisaglie. Si pensi ai tanti e leciti elogi agli schemi su corner che negli ultimi mesi hanno consentito agli azzurri di ovviare a seri problemi offensivi che contro la Fiorentina sono esplosi a causa di una prestazione pessima della difesa: 4 tiri totali, di cui appena uno in porta, sono un record negativo che fa il pari con i 28 (10 nello specchio) concessi di contro ai viola, apparsi padroni del campo anche prima del rosso a Koulibaly. Già, Koulibaly, l'uomo che nell'arco di 7 giorni prima ha riaperto il campionato e poi l'ha (quasi) chiuso con un intervento scellerato. LA SOSTITUZIONE DELLA DISCORDIA - Gettare la croce solo sul match winner dell'Allianz Stadium sarebbe però eccessivo. Si pensi alla prestazione magistrale messa in campo sabato sera contro la Juventus da un'Inter ridotta in 10 uomini per oltre 3/4 di gara. Ecco, forse con i dovuti accorgimenti tattici il Napoli poteva dire la sua anche con una pedina in meno, invece Sarri ha scelto di togliere dal rettangolo verde Jorginho piuttosto che mutilare un tridente comunque lontano dai fasti dei giorni migliori. L'integralismo dell'allenatore toscano ha privato gli azzurri del faro del centrocampo proprio in una partita in cui c'era da abbassare i ritmi e ragionare per limitare i danni. I danni invece ci sono e forse sono irreparabili, se per danno si può considerare aver rinunciato alla possibilità di giocarsela fino all'ultima giornata con una Juventus tutt'altro che al top della condizione. Per il resto, criticare un gruppo che ha tenuto in vita l'unico campionato ancora in bilico in Europa sarebbe eccessivo. Mettiamola così: per lunghi tratti delle ultime due stagioni i giocatori del Napoli sembravano marziani. Adesso si è scoperta la loro natura umana, come ha saggiamente affermato Sarri ieri.