Napoli, 25 marzo 2020 - Passata la bufera per l'annunciata (ma poi annullata) ripresa degli allenamenti fissata per oggi, a Napoli ne nasce subito un'altra: il protagonista, manco a dirlo, è ancora Aurelio De Laurentiis, che ha deciso di non lasciare allontanare alcun tesserato dal capoluogo campano. IL DIKTAT - Una presa di posizione in netta controtendenza rispetto a quanto stabilito da club come Juventus e Inter, protagonisti al momento di una vera e propria diaspora di giocatori volati verso i loro luoghi d'origine. In attesa di capire come e quando poter tornare alla normalità, il patron partenopeo ha invece varato un'altra linea: tutti restano in città, anche e soprattutto gli stranieri. La motivazione è di facile lettura: ADL vuole evitare il lungo iter burocratico-sanitario che si innesca in caso di spostamenti ai tempi del Coronavirus, ovvero 14 giorni di quarantena prima e dopo il viaggio tra stato estero e Italia. Per non parlare delle lungaggini in caso di tampone malauguratamente positivo al COVID-19. Insomma, quella di De Laurentiis è una decisione ragionevole ma, come spesso quando si tratta del personaggio in questione, destinata a dividere, specialmente adesso che la ripresa della stagione si allontana e, con essa, il ritorno degli allenamenti. Da qui l'interrogativo generale: dove finisce esattamente la potestà di un presidente di una squadra di calcio sulla vita dei propri tesserati e dove comincia invece un eventuale abuso di potere? Se in questo caso la risposta non è univoca, per quanto riguarda la politica del mondo del pallone c'è invece un coro omogeneo che elegge De Laurentiis leader assoluto. PORTAVOCE DEL PROBLEMA - L'impossibilità di creare assembramenti non sta infatti fermando le riunioni della Lega Calcio, tenute in modalità "virtuale". L'argomento all'ordine del giorno ieri era la ripresa del campionato: le indicazioni parlano ancora del 4 aprile come data per il possibile ritorno al lavoro delle squadre e dei primi di maggio per rivedere il pallone rotolare. Difficile per che la deadline sia rispettata, perché i giocatori alle prese con l'infezione da COVID-19 in Serie A sono numerosi. Come prevedibile, le idee sul da farsi sono diverse, ma a mettere tutti d'accordo almeno sul modus operandi è stato De Laurentiis: il patron del Napoli si è fatto portavoce del documento portato alla visione della FIGC recante le ipotesi sulle perdite che patirà il mondo del calcio al termine di una crisi che sembra solo agli inizi.
CalcioNapoli, De Laurentiis trattiene i giocatori in città