Mercoledì 24 Aprile 2024

Napoli, De Laurentiis trattiene i giocatori in città

Nonostante i dubbi sulla ripresa della stagione, il patron non consente ai tesserati di tornare in patria, come stabilito invece da Inter e Juventus

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 25 marzo 2020 - Passata la bufera per l'annunciata (ma poi annullata) ripresa degli allenamenti fissata per oggi, a Napoli ne nasce subito un'altra: il protagonista, manco a dirlo, è ancora Aurelio De Laurentiis, che ha deciso di non lasciare allontanare alcun tesserato dal capoluogo campano. IL DIKTAT - Una presa di posizione in netta controtendenza rispetto a quanto stabilito da club come Juventus e Inter, protagonisti al momento di una vera e propria diaspora di giocatori volati verso i loro luoghi d'origine. In attesa di capire come e quando poter tornare alla normalità, il patron partenopeo ha invece varato un'altra linea: tutti restano in città, anche e soprattutto gli stranieri. La motivazione è di facile lettura: ADL vuole evitare il lungo iter burocratico-sanitario che si innesca in caso di spostamenti ai tempi del Coronavirus, ovvero 14 giorni di quarantena prima e dopo il viaggio tra stato estero e Italia. Per non parlare delle lungaggini in caso di tampone malauguratamente positivo al COVID-19. Insomma, quella di De Laurentiis è una decisione ragionevole ma, come spesso quando si tratta del personaggio in questione, destinata a dividere, specialmente adesso che la ripresa della stagione si allontana e, con essa, il ritorno degli allenamenti. Da qui l'interrogativo generale: dove finisce esattamente la potestà di un presidente di una squadra di calcio sulla vita dei propri tesserati e dove comincia invece un eventuale abuso di potere? Se in questo caso la risposta non è univoca, per quanto riguarda la politica del mondo del pallone c'è invece un coro omogeneo che elegge De Laurentiis leader assoluto. PORTAVOCE DEL PROBLEMA - L'impossibilità di creare assembramenti non sta infatti fermando le riunioni della Lega Calcio, tenute in modalità "virtuale". L'argomento all'ordine del giorno ieri era la ripresa del campionato: le indicazioni parlano ancora del 4 aprile come data per il possibile ritorno al lavoro delle squadre e dei primi di maggio per rivedere il pallone rotolare. Difficile per che la deadline sia rispettata, perché i giocatori alle prese con l'infezione da COVID-19 in Serie A sono numerosi. Come prevedibile, le idee sul da farsi sono diverse, ma a mettere tutti d'accordo almeno sul modus operandi è stato De Laurentiis: il patron del Napoli si è fatto portavoce del documento portato alla visione della FIGC recante le ipotesi sulle perdite che patirà il mondo del calcio al termine di una crisi che sembra solo agli inizi.