Giovedì 25 Aprile 2024

Napoli, con l'Inter un pareggio a due facce

Da un lato evitata la fuga dei nerazzurri, dall'altro il 'braccino' dei partenopei nel secondo tempo: nel mirino anche le sostituzioni di Spalletti

Napoli-Inter, un duello tra De Vrij e Osimhen (Ansa)

Napoli-Inter, un duello tra De Vrij e Osimhen (Ansa)

Napoli, 13 febbraio 2022 - Bene, bravi, ma... E' un po' questo il ritornello che suona nel capoluogo campano all'indomani del pareggio tra Napoli e Inter che lascia invariata la situazione tra gli azzurri e la capolista. Anzi, l'ex capolista, visto che alla fine l'1-1 del Maradona ha fatto il gioco del Milan, che nel pomeriggio ha liquidato la pratica Sampdoria ed è balzato al comando di una classifica che resta cortissima per quanto riguarda le posizioni più nobili.

Un primo tempo perfetto

Insomma, né sorpasso dei partenopei né fuga dell'Inter: con la differenza che la squadra di Inzaghi ha ancora una partita in meno che sulla carta, alla luce della piega presa dal campionato del Bologna, non sembra impossibile. Da qui la sensazione che il risultato maturato a Fuorigrotta sorrida maggiormente ai nerazzurri, che escono indenni dalla trappola preparata prima dai tifosi e poi da Spalletti. Andando con ordine, impossibile non pensare alla carica fornita nei giorni precedenti la gara dai sostenitori alla squadra: un'energia che avrà sicuramente aiutato anche Insigne sul dischetto del rigore che ha illuso il Maradona. Il resto ha cercato di preparlo il tecnico toscano, che ha puntato sul possesso palla per togliere agli ospiti l'arma più letale: lo spazio sulle corsie laterali. La missione è riuscita alla perfezione nella prima frazione: basti pensare al predominio degli azzurri sul piano del palleggio e su quello del pressing, con il palo colpito da Zielinski a legittimare un vantaggio maturato più per un errore di un De Vrij ultimamente in stato confusionale che per una prodezza di Osimhen, che conferma il trend che lo vede più nervoso e polemico che decisivo e letale nei big match.

Il 'braccino' finale

Nella ripresa la musica cambia, con Perisic da una parte e Dumfries dall'altra a suonare uno spartito diverso e a tratti letale per il Napoli, che cade per mano di Dzeko, bravo a capitalizzare una carambola fortunata in area e in generale la maggiore verve dei nerazzurri. Verve che però di fatto non raggiunge mai quell'acme temuto dal Maradona e probabilmente dallo stesso Spalletti, che nel finale, cambi alla mano, preferisce blindare il pareggio anziché tentare il tutto per tutto. A parlare le sostituzioni (Mertens dentro tardi e Juan Jesus in campo a irrobustire la difesa) e quella punizione all'ultimo respiro che per i tifosi partenopei grida ancora vendetta: l'emblema che forse ad oggi, al di là della classifica di fatto apertissima, a credere nel sogno scudetto sia più la piazza che la squadra.

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