Napoli, la difesa è ok. Ora preoccupa l'attacco

Il 4-4-2 varato da Ancelotti e testato anche ieri sera in Champions League ha ridato solidità al reparto arretrato, ma sembra amplificare le difficoltà offensive degli azzurri

Il rammarico di Dries Mertens

Il rammarico di Dries Mertens

Napoli, 19 settembre 2018 - Un girone di ferro come quello che annovera Liverpool e Paris Saint-Germain obbliga il Napoli a commettere quanti meno passi falsi possibile per raggiungere gli ottavi: in questa ottica, il pareggio a reti bianche ottenuto ieri sera a Belgrado non soddisfa la banda Ancelotti. IL FESTIVAL DEGLI SPRECHI - La buona notizia è che per la seconda partita di fila gli azzurri chiudono la porta dopo l'emorragia di inizio stagione. La cattiva è che le difficoltà offensive restano, specialmente quando il genio dei singoli non riesce a nasconderle. Vedasi alla voce Lorenzo Insigne, che contro la Stella Rossa ha bissato la prova disputata con la Fiorentina in tutto, fatta eccezione per la pagina gol: il numero 24 si è scontrato con la serata di grazia del portiere di casa e con la traversa, consegnando al Napoli un punto che complica un girone già infernale. I rimpianti sono tanti e non solo in ottica futura: ieri i partenopei hanno finalmente avuto il giusto approccio al match nonostante la bolgia del Marakana, superando brillantemente il test di resistenza ambientale. La bocciatura arriva sul fronte offensivo, dove gli sprechi sono stati tanti sia al cospetto dei guantoni miracolosi di Borjan che addirittura prima, quando la scelta nell'ultimo passaggio si è rivelata spesso errata. Così facendo, il Napoli ha gettato alle ortiche una serata comunque da record in Champions League. REBUS MODULO - Si comincia dal clamoroso 73% di possesso palla, un dato che i partenopei non avevano mai siglato da quando la competizione europea ha adottato questa formula, passando per gli 8 tiri nello specchio della porta avversaria, secondo miglior score dopo i 10 effettuati nel 2013 contro il Borussia Dortmund. Senza dimenticare i singoli: ancora una volta José Callejon si dimostra un uomo letteralmente imprescindibile per la banda Ancelotti, dato che lo spagnolo ha confezionato ben 7 occasioni prontamente vanificate dai compagni. Il risultato di tale anemia è uno 0-0 in trasferta che il Napoli in Champions League non raccoglieva dal lontano 1990. Altro che il passato: a far paura adesso è il futuro del cammino in Europa e anche uno schieramento tattico (il 4-4-2) che, se da un lato ha sistemato la difesa, dall'altro ha impoverito le soluzioni offensive, complice anche una regia molto deludente dell'inedito Fabian Ruiz. Una curiosità: qualche settimana fa in conferenza Ancelotti affermò di non vedere lo spagnolo come playmaker. Ieri sera si è capito perché.