Napoli-Lazio, azzurri più forti dei tanti ostacoli

Dalle numerose assenze ai quattro pali che hanno aiutato i capitolini: la difficile serata del San Paolo incorona Milik e Fabian Ruiz nuovi leader del team di Ancelotti

Napoli-Lazio, l'esultanza di Milik

Napoli-Lazio, l'esultanza di Milik

Napoli, 21 gennaio 2019 - Più forte delle assenze e dei 4 legni colpiti: è questo il sunto di Napoli-Lazio, match che ha consacrato ulteriormente le stelle di Arkadiusz Milik e Fabian Ruiz. TRIS DI ASSI - Con quella di ieri, il polacco è salito a quota 11 reti in campionato, ritoccando ulteriormente la sua straordinaria media realizzativa: un gol ogni 97'. E che gol: chi pensava che la pennellata decisiva contro il Cagliari fosse un caso isolato è stato smentito dall'arcobaleno ancora più bello che ha consentito agli azzurri di mettere a segno l'uno-due che ha steso la Lazio. L'opera l'aveva inaugurata José Callejon, uno che quando vede biancoceleste si esalta: quella di ieri è infatti la sesta punizione inflitta al team capitolino dallo spagnolo, che rompe così un incantesimo stagionale senza precedenti. Poi c'è chi, come il suo connazionale Fabian Ruiz, pur non trovando la via della rete, è stato annoverato senza molte discussioni tra i migliori in campo. Già, in campo: perché l'ex Betis è il classico giocatore moderno capace davvero di ricoprire (e con alta qualità) ogni zolla del rettangolo verde. Parole e musica di Carlo Ancelotti, che nelle interviste del dopopartita ha incoronato il classe '96 come nuovo perno della mediana del Napoli. Regista, esterno e all'occorrenza anche mezzala con spiccate doti offensive: adesso i 30 milioni sborsati in estate dal club partenopeo per strappare il talentino spagnolo dalle grinfie delle tante concorrenti (tra le quali il Real Madrid) sembrano pochi. Insomma, mai prima della scorsa stagione calda Aurelio De Laurentiis aveva versato a una società l'importo di una clausola rescissoria: c'è sempre una prima volta e, nel caso di Fabian Ruiz, è un ottimo esordio. IL BELGA VIA? - Più in sordina invece la prova di Dries Mertens, sempre più vicino all'addio a giugno. Sono infatti quasi naufragate del tutto le trattative per rinnovare il contratto del belga, le cui pretese economiche sono state valutate troppo alte dal quartier generale di Castel Volturno, rinfrancato anche dal definitivo exploit di Milik: un gol, due legni e, soprattutto, quella grinta da leader che in passato rappresentava una grave carenza del polacco. I periodi duri rinforzano lo spirito, si dice, e mai come nel caso dell'ex Ajax il proverbio sembra veritiero: più forte della sfortuna, sia per quanto riguarda i ripetuti problemi fisici che l'hanno frenato negli ultimi due anni che per i pali del San Paolo che ieri sera hanno vibrato a ripetizione.