Giovedì 18 Aprile 2024

Napoli, Ancelotti: "Il razzismo? La sospensione delle partite è l'unica soluzione"

All'Università Vanvitelli del capoluogo campano, il tecnico emiliano è tornato sull'argomento caldo del momento: "Negli stadi italiani ci sono troppa ignoranza e maleducazione"

Carlo Ancelotti

Carlo Ancelotti

Napoli, 15 gennaio 2019 - A margine dell'evento " Oltre le due cultur e", tenutosi stamattina presso l' Università Vanvitelli di Napoli, c'è stato l'intervento di Carlo Ancelotti, che ne ha approfittato per parlare della sua squadra e di altri temi di stretta attualità. L'ALLENATORE-PERSONA - Su tutti il razzismo negli stadi, sul quale il tecnico azzurro è tornato ad esprimersi citando Bologna-Juventus, dove però gli "ululati" del pubblico di casa, contrariamente a quanto riportato da varie fonti, erano rivolti a tutti i giocatori bianconeri. "Non aveva senso insultare Kean, così come non ce l'ha farlo contro Napoli anche quando noi non giochiamo. Purtroppo gli ignoranti e i maleducati continuano a frequentare gli stadi: l'annuncio dello speaker potrebbe non bastare - afferma Ancelotti - e in quel caso la sospensione della partita è l'unica soluzione". Non solo i problemi sugli spalti: al tecnico azzurro sono poi state poste tante domande sulla gestione del gruppo e delle partite. "Il calcio è un gioco semplice, ma raccontarlo è difficile, soprattutto oggi con l'avvento di tante fonti diverse dai giornalisti. E' uno sport di squadra in cui però sono presenti varie individualità, spesso egoiste. Inoltre, non è facile rapportarsi a molti ragazzi, dover poi conquistare la loro fiducia e, nel frattempo, mantenere una certa autorità: non mi piace che mi vedano solo come un allenatore - continua Ancelotti - ma innanzitutto come una persona". GRUPPO VINCENTE - Eppure, il tecnico emiliano in carriera ha dovuto gestire dei fenomeni sia sul campo che a livello mediatico. " Cristiano Ronaldo da fuori sembra una prima donna, ma nello spogliatoio non lo era. Prima ancora poi c'erano grandi giocatori con una personalità forse meno spiccata di quanto si possa immaginare: faccio l'esempio di Beckham - afferma Ancelotti - ma in generale ogni ragazzo ha un suo carattere in base al quale bisogna adeguarsi". Chissà l'allenatore di Reggiolo come si rapporta con lo spogliatoio di un Napoli che proprio qualche giorno fa ha visto esordire il suo primo Millennial. "Con i miei calciatori ho un approccio personalizzato. Quelli che arrivano dalla Primavera hanno già effettuato un cammino formativo e sicuramente io non sono stato assunto per allevare le nuove leve, cosa che non saprei fare. Stiamo lavorando per costruire un gruppo vincente - conclude Ancelotti - ma occorreranno anni, come il Napoli sa bene essendo stato protagonista di una grande scalata dalla C alla Champions League". GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO