Mihajlovic, il mago delle punizioni. Sinisa e il record di gol (condiviso con Pirlo)

Il leone serbo è stato un autentico maestro dei calci piazzati. Il 13 dicembre 1998, con addosso la maglia della Lazio, contro la Sampdoria firmò una tripletta da punizione diretta

Roma, 16 dicembre 2022 - L'ultima punizione, quella più importante, si è purtroppo infranta all'incrocio dei pali, ma nel corso della sua carriera da giocare Sinisa Mihajlovic il 'sette' l'ha centrato svariate volte: per la precisione 28 considerando solo il suo percorso in Serie A.

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Il record

Un record condiviso con Andrea Pirlo: stessa resa, ma ruoli e tecniche diversi per due autentici maestri del fondamentale. Il serbo, di piede mancino, alla precisione abbinava una potenza micidiale che era stata oggetto anche di un particolare studio del Dipartimento di Fisica dell'Università di Belgrado, che aveva quantificato in 160 km/h la velocità dei suoi bolidi. Praticamente una sentenza per i portieri e in particolare per chi difendeva la porta della Sampdoria in una partita storica: quella del 13 dicembre 1998, quando Mihajlovic con la maglia della Lazio firmò una tripletta da punizione diretta e con l'ultimo sigillo arrivato addirittura da 35 metri. Ci sono forti tinte biancocelesti anche in questo primato, in parte condiviso con Giuseppe Signori, che nel 1994 castigò per 3 volte l'Atalanta con il medesimo fondamentale: due delle punizioni vincenti avevano tuttavia visto il precedente tocco di un compagno.

Sinisa Mihajlovic in maglia Lazio in un derby contro la Roma (Ansa)
Sinisa Mihajlovic in maglia Lazio in un derby contro la Roma (Ansa)

I retroscena

Nel corso degli anni, anche una volta che gli scarpini erano stati ormai appesi al chiodo, in molti avevano chiesto a Mihajlovic delucidazioni sulla sua tecnica di tiro, unica come appunto un personaggio e, soprattutto, una persona che mancheranno tanto al mondo del pallone. Con la solita schiettezza che lo caratterizzava, il serbo glissava sull'ingrediente segreto ma, forte di un altruismo che l'ha accompagnato fino agli ultimi respiri, lasciava trapelare dei preziosi suggerimenti per chiunque ne volesse emulare le gesta. "Guardavo il portiere fino all'ultimo e decidevo di conseguenza. Il resto lo faceva la convinzione: non c'è mai stata una volta in cui, prima di battere, non fossi stato convinto di segnare". Ed è proprio con questo spirito che Sinisa ha vissuto la sua vita: compresa la lunga lotta contro una leucemia che si è rivelata l'unica barriera impossibile da scavalcare.

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