Giovedì 25 Aprile 2024

C’è un Messi nel futuro dell’Inter

Il club è forte e progetta un colpo simile: forse è presto per la Pulce, ma Zhang vuole il salto di qualità

Lionel Messi (Ansa)

Lionel Messi (Ansa)

Milano, 25 luglio 2020 - Se fosse un anno come un altro, dei sogni estivi si farebbe fagotto ritrovandovi soltanto aspettative sui grandi nomi con cui lanciarsi in voli a cui il campo darà giudizio tra pindarico e reale. Nella stagione del Covid, tra i desiderata dei tifosi dell’Inter ci sono ancora obiettivi che non trovano per forza spazio in mezzo ai rumors di mercato, perché dal 5 agosto in poi comincerà un cammino di Coppa in grado di dare percezioni differenti sul lavoro di Conte e della società.

La squadra vista contro la Fiorentina è un complesso che stancamente si sta avvicinando al finale di campionato con un obiettivo già in tasca, la zona Champions, poco convinta che la frenata di chi sta davanti possa cambiare gli occupanti dell’albo d’oro da ormai nove anni a questa parte. Ci avesse creduto di più, a quel miracolo, oggi farebbero meno fragore persino le voci sull’ennesimo ritorno di fiamma per Lionel Messi.

Per sognare basta poco: un cambio di residenza voluto dal papà della “Pulce“ per motivi strettamente fiscali e subito si torna a parlare del club che in passato ha seriamente pensato di mettere a segno il colpo del secolo (si era ancora agli albori del 2000 con Moratti presidente). L’obiettivo di Suning è arrivare sul tetto del mondo, il che implica in futuro mettersi almeno nelle condizioni di poter realizzare qualcosa di simile, continuando in una crescita esponenziale fino ad arrivare a poter realmente chiudere un’operazione oggi ai limiti del possibile.

Per tanti motivi. Economici, a maggior ragione con la pandemia ancora in corso e pur considerando le agevolazioni fiscali in essere al di qua delle Alpi. Sportivi, dato che pur nell’attuale instabilità il Barcellona resta una spanna sopra l’Inter per obiettivi e profondità di rosa, tanto da aver provato (senza aver desistitito ancora del tutto) a prendere Martinez proprio dai nerazzurri. Del diretto interessato, il cui potere acquisito in blaugrana permette, quando il momento si fa difficile, di avere maggiori possibilità di restare lui dov’è e di far cacciare qualche dirigente piuttosto che far avvenire il contrario.

Se poi le condizioni cominceranno a materializzarsi, l’Inter ci sarà, perché ha una lunga storia di rincorsa al sogno proibito, alimentato da dichiarazioni passate, dall’amicizia con Zanetti. Va anche considerato che le primavere alle spalle del fuoriclasse sono 33 e che più il tempo passa, meno il mito sarà specchio del presente. Oggi lo è ancora, visto che Messi ha appena vinto l’ennesimo titolo di capocannoniere in Spagna.

Chissà che nel post-partita odierno (Genoa-Inter, ore 19.30) Conte non si trovi a dover disquisire non solo sulle prestazioni di chi sta guidando verso la fase clou della stagione, ma anche di chi potrebbe accogliere in futuro. Emerson Palmieri, Vidal (che di Messi è oggi compagno di squadra), un attaccante come Dzeko o Giroud. Nessun Pallone d’Oro, benché siano ottimi giocatori che farebbero molto comodo per il presente. La lotta per la posizione alle spalle della Juve capolista è ancora apertissima. "Il secondo posto non ha significato" di mercoledì scorso è diventato ieri un più sensato "cerchiamo di finire al meglio il campionato", nelle parole di Conte. Magari provando a riprendersi dall’Atalanta la piazza d’argento e non facendosi scavalcare dalla Lazio. La possibilità che Roma e Napoli trionfino entrambe in Europa esiste e ridurrebbe a tre le qualificate in Champions.

Ci saranno cambiamenti rispetto a mercoledì. Fuori lo squalificato Barella e gli acciaccati D’Ambrosio e De Vrij, più qualche giocatore per ragioni di turnover come Young o Sanchez. Dentro Skriniar, Ranocchia, Moses, Biraghi e Martinez.