Giovedì 25 Aprile 2024

Lazio, la provocazione di Lotito: "Partita secca con la Juve per lo scudetto"

Il presidente biancoceleste caldeggia per la ripresa del campionato: "Se non si gioca sono già in Champions e non pagherei 4 mesi di stipendi. Ma sarebbe più giusto riprendere"

Lotito e Tare

Lotito e Tare

ROMA, 27 aprile 2020 – Una situazione ancora poco chiara, nonostante il nuovo DPCM del Governo che entrerà in vigore a partire dal 4 maggio. Il calcio attende di conoscere il suo futuro. “Servono protocolli chiari”, le parole del Ministro Spadafora, che sulla ripresa del campionato si è espresso con un “vedremo”. La maggior parte dei club di Serie A spingono per la ripresa, capitanati dal presidente della Lazio Claudio Lotito, che in un’intervista a Repubblica ha dichiarato: “Mi chiamano il virologo, lo scienziato, ma alla Lazio ho una struttura eccellente. Ho già tamponi e test sierologici. E ho fatto avere le mascherine anche a qualche presidente. A Formello ho il cardiologo, l’internista, l’otorino, l’urologo. Sono in grado di fare la sanificazione anche subito, la mia azienda lavora negli ospedali”. Lo ha detto a più riprese, continua a sostenere la sua tesi. “Se non si gioca più io sono già in Champions League e risparmio quattro mensilità di stipendi. Avrei la convenienza a non giocare, ma io ragiono di sistema, altri no”, sottolinea il presidente della Lazio, il quale poi, apre a una possibile ipotesi di gara secca con la Juventus per l’assegnazione dello scudetto. “Accetterei la partita secca. Ma non mi sono mai posto il problema. Oggi io sono a un punto dalla Juventus, e solo per Juve-Inter che… vabbè l’avete vista. Per equità, una squadra come l’Inter, che ha 8 punti meno di noi, o l’Atalanta che ne ha 14 in meno, non dovrebbero essere coinvolte (in un’ipotesi play-off a 4 squadre). TARE – A sostenere la tesi di Lotito e a caldeggiare per la ripresa del campionato, anche il direttore sportivo Igli Tare, intervenuto ai canali ufficiali della società: "Siamo rimasti tutti sorpresi. Abbiamo rispettato qualsiasi decisione presa dal governo italiano, ma il 4 maggio doveva essere il punto di ripartenza per tutti quanti. Alla luce delle decisioni prese ieri la sensazione è di essere discriminati. Ieri ho sentito il ministro dello Sport dire che bisogna pensare alla tutela della salute ma poi si fanno correre i giocatori nei parchi in mezzo alla gente anziché nei centri sportivi con le dovute misure. Non so quale sia il suo scopo, di certo non è aiutare il calcio”, le dure parole di Tare. Poi prosegue e conclude: “Non vogliamo aprire gli stadi, solo terminare il campionato nel rispetto delle regole. Abbiamo guadagnato sul campo la possibilità di vincere lo scudetto, ma mancano ancora dodici partite e parlare di una possibile vittoria è una parola grossa. Vogliamo finirlo più che altro per il bene del sistema calcistico italiano”.