Mercoledì 24 Aprile 2024

Lazio, Tare: "Dedico tutto me stesso a questa società"

Il direttore sportivo biancoceleste si racconta in una lunga intervista rilasciata in patria: "Diventare direttore sportivo è stata una grande sfida, ma le sfide mi hanno sempre attratto"

Igli Tare e Claudio Lotito

Igli Tare e Claudio Lotito

ROMA, 25 maggio 2018 – Tra i tanti artefici della grande stagione della Lazio, e della crescita costante della squadra biancoceleste, va annoverato sicuramente anche Igli Tare. L'ex calciatore albanese, ormai da dieci anni nella Capitale in veste di direttore sportivo, rinnoverà a breve il suo contratto per altri tre anni, con l'intenzione di riportare la Lazio in Champions League, un traguardo solo sfiorato negli ultimi anni. “Alla Lazio mi sono formato professionalmente, sia come calciatore che come uomo, e il rapporto che ho avuto con la squadra e il presidente Lotito è stato ottimo di anno in anno, fino a quando siamo arrivati alla pazza proposta della carica di direttore sportivo. In quel momento sapevo di non essere ancora formato per svolgere quella professione e reputavo l’idea pazzesca”, ha dichiarato in una lunga intervista rilasciata in patria. “Cosa ho pensato quando ho ricevuto la proposta? Non c'è nessuna logica nel diventare direttore del club. Le parole del presidente furono significative. Mi disse che mi offriva la possibilità di uscire da questa porta per riflettere e tornare da direttore di un grande club. È stata una grande sfida, ma le sfide mi hanno sempre attratto”. Negli anni Tare ha ricevuto molti riconoscimenti per il suo lavoro, venendo premiato più volte come miglior direttore sportivo: “Sono soddisfatto di ricevere tanti riconoscimenti a livello professionale, anche se la strada da fare è ancora molto lunga. La cosa importante è che l'aspettativa nei miei confronti sia alta, rappresenta una grande responsabilità e deve essere vissute con il giusto equilibrio. I premi rappresentano degli incentivi ad andare avanti sempre con più voglia". Tra i più grandi colpi c'è sicuramente quello di Simone Inzaghi alla guida dei biancocelesti. Una scommessa rischiosa ma vinta alla grande dal club: "Avevamo in programma che Inzaghi sarebbe diventato l'allenatore della Lazio. Ma volevamo evitare il rischio di bruciarlo: essendo un tecnico giovane, in caso di risultati negativi poteva anche avere dei contraccolpi". Chiosa finale sui segreti del proprio lavoro: “Dedico tutto me stesso a questa società. La mia fortuna per quanto riguarda questa professione è rappresentata dalla famiglia, che mi fa sentire libero dalle pressioni extra lavorative. Nel periodo delle vacanze estive per esempio devo essere libero di lavorare di più per il mercato. Attribuisco grande importanza a questi dettagli, che fanno la differenza. La famiglia nella maggior parte dei casi è un grosso ostacolo alla carriera di un giocatore”.