Lazio, il Barcellona piomba su Luiz Felipe: costa 40 milioni

I catalani alla ricerca di un difensore giovane e di prospettiva hanno messo gli occhi sul brasiliano della Lazio

Luiz Felipe

Luiz Felipe

ROMA, 16 marzo 2020 – Una notizia che sa di clamoroso, ma che dalla Spagna continuano a riproporre con insistenza. Il Barcellona starebbe guardando in Italia per rinforza il proprio pacchetto arretrato, e avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di portare in Catalogna il giovane difensore della Lazio Luiz Felipe. Per gli spagnoli rappresenterebbe un acquisto “low cost” per i parametri del club, ma di sicuro affidamento per il futuro. In estate infatti, sono già stati messi in conto alcuni acquisti pesanti, fra i quali quello di Neymar per circa 150 milioni e di Lautaro, valutato 111 milioni. L’acquisto di Luiz Felipe rientrebbe quindi in questa logica di risparmio, anche se la valutazione del cartellino non è proprio bassa, circa 40 milioni di euro. Bisogna mettere in conto però, anche l’ingaggio percepito dal calciatore: solamente 500mila euro più bonus. Il Barcellona conta di risparmiare molto su questo, e si aggiudicherebbe un difensore dal talento indiscusso da affiancare a Ronald Araujo, altro calciatore di prospetto. Con Piquè che ha compiuto 33 anni e Umtiti continuamente tormentato dai problemi fisici, sarà necessario investire. Per la Lazio rappresenterebbe una plusvalenza spaziale, considerando che venne prelevato dalla Serie D brasiliana per una cifra irrisoria. È anche vero però, che il club punta molto su di lui e che difficilmente se ne priverà. L’attrazione di un club importante come il Barcellona però, potrebbe fare la differenza in questo senso. DIACONALE – Intanto il portavoce biancoceleste Arturo Diaconale, si è esposto nuovamente sul proprio profilo social, continuando a ribadire il suo pensiero sul campionato, precisando comunque che si tratti soltanto di opinioni personali non direttamente riconducibili al presidente Lotito: “Nessuno discute sulla necessità o meno di affrontare con misure energiche la diffusione della pandemia. Ciò che viene presentato, con il contorno dei soliti pregiudizi, è l’idea che l’esplosione del virus abbia prodotto una sorta di divisione tra buoni e cattivi tra i dirigenti delle società calcistiche italiane. Da un lato quelli che si fanno carico del problema generale della tutela della salute del pubblico e dei giocatori, cioè i buoni. E dall’altro i cattivi rappresentati da chi, pur nella consapevolezza della gravità dei due problemi, bada esclusivamente ai propri limitati interessi di bottega. Ma, proprio per evitare polemiche, mi limito a sottolineare come l’indicazione del presidente della Figc Gabriele Gravina a finire con regolarità “quello che è iniziato” sia quella di maggiore buon senso. L’auspicio, allora, è di portare a termine la stagione senza le fasulle distinzioni moralistiche tra i virtuosi ed i peccatori. Basta con le ipocrisie politicamente corrette che, guarda caso, sono sempre al servizio degli interessi degli eterni privilegiati. Aspettiamo che la nottata del Coronavirus arrivi all’alba e poi si riapra il campionato. E vinca chi continua ad avere più fiato, voglia, passione”.