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Scusi, signor Ronaldo, sì, dico a lei: può farsi un attimo più in là? Dobbiamo immortalare la Storia. Domani sera tutti gli obiettivi e le luci dell’Allianz Stadium saranno per Stephanie Frappart. Magari per un attimo, sì, ma un attimo eterno, consegnato ai libri, prima ancora di consumarsi. Questa piccola grande donna della Val d’Oise, nord della Francia, torna ancora una volta al centro della scena, pronta a far cadere, con la forza di un fischio, un altro di quei muri che da oltre un secolo circondano uno dei più grandi feudi maschili: il pallone. Domani sera il cielo su Torino sembrerà ridere al fianco di Stephanie, 37 anni il 14 dicembre, primo arbitro donna in una partita di Champions League maschile, quella tra la Juventus e la Dinamo Kiev. Stephanie Frappart, chi è l'arbitro donna di Juventus-Dinamo Kiev Ne è passata di acqua sotto la Senna da quando, in una delle prime gare dirette, questa ragazza dell’Ile-de-France si sentì domandare da un galantuomo in campo: "La devo chiamare signora o signor arbitro?". "Scelga lei: a chi dei due assomiglio di più?", rispose, esibendo una personalità straripante, tanto da spezzare gli argini medievali del calcio. Scalata veloce, la sua: prima donna a dirigere nella B francese, poi in Ligue 1 e nell’estate 2019 la vetta di una finale continentale, la Supercoppa Europea Liverpool-Chelsea, alla ’Vodafone Arena’ di Istanbul, Turchia. Non il Lussemburgo, per capirci. Perché la Uefa sceglie partite simbolo, in luoghi densi di significato. Così, dopo il debutto, un mese fa, in Europa League, eccola mandata a comandare a casa CR7. Ma in un calendario 2020 da bruciare con gusto, c’è un’altra ragione per ritagliare il quadratino del 30 novembre e salvarlo al rogo apotropaico. Ieri in Italia abbiamo scritto una pagina importante nella partita della parità di genere: ...
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