
Torino, 14 febbraio 2018 - "Non accetto che un 2 a 2 con il Tottenham deprima l'ambiente". Massimiliano Allegri non ci sta, respingendo al mittente le critiche verso la sua squadra. Il tecnico della Juve esalta i suoi ragazzi nonostante la rimonta appena subita per mano degli inglesi, definendo eccezionale il cammino della Signora in questa stagione e in quelle passate. Non potrebbe che essere così e non solo perché ci sono i numeri a sostenere la tesi dell'allenatore livornese. In un momento di sconforto generale per un risultato che complica i piani bianconeri di qualificazione ai quarti, Allegri ha il compito di tenere alto l'umore e di mettere da parte immediatamente la gara di ieri sera.
Anche perché la sfida di ritorno è in programma per il 7 marzo e da qui a quella data alcune cose potrebbero cambiare. A cominciare dalla condizione fisica delle due compagini e dalla situazione infortunati: a Wembley ci saranno infatti anche Dybala e Matuidi, che garantiranno ad Allegri quantomeno una scelta più ampia. Il recupero del francese in particolare appare necessario, vista la sofferenza patita dalla Juve in mezzo al campo contro Eriksen (il migliore in assoluto della sfida) e compagni. Il tempo non manca a Madama per presentarsi all'appuntamento di ritorno con le carte in regola per riuscire nell'impresa. Del resto, il precedente di due anni fa con il Bayern Monaco può far ben sperare.
I piemontesi partivano dalla medesima situazione di punteggio prima della gara in casa dei bavaresi e per un soffio non centrarono la qualificazione. Questo per far capire come Allegri faccia bene a infondere fiducia nell'ambiente. Anche perché fasciarsi la testa prima di essersela rotta sarebbe deleterio a pochi giorni da un altro appuntamento cruciale. Domenica la Vecchia Signora scende in campo all'ora di pranzo nel derby della Mole: una partita assolutamente da vincere, onde evitare di lasciar scappare il Napoli in classifica. Serve insomma fare reset, perché la Champions è una cosa, mentre il campionato un'altra.
Allegri lo ha ribadito anche ieri sera, affermando come lo Scudetto, potenzialmente il settimo di fila, rappresenti il primo obiettivo. Ciò non significa però che la Juve parta battuta in Europa. Anzi, i bianconeri hanno la ferrea convinzione di poter far strada, andando a vincere a Wembley. Ma questo sarà un problema da affrontare fra tre settimane, perché il presente si chiama Torino.
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Buffon: 5,5
L’inizio è uno spot nazionale per promuovere il prosieguo della sua carriera: due belle parate su Kane. Purtroppo, l’errore sul 2-2 è uno spot per i detrattori. (Foto Newpress)

De Sciglio: 6,5
Attento, sicuro, e, finalmente, convinto dei suoi mezzi. Un paio di grandi diagonali: gioca una gara senza sbavature su una zona più pericolosa delle periferie londinesi. (Foto Newpress)

Benatia: 6
L’irruenza rischia di tradirlo quando entra su Kane sotto gli occhi di Bryck. La grazia ricevuta sembra scuoterlo e da quel momento si attesta su livelli di allerta massima. (Foto Newpress)

Chiellini: 5
Parte col piglio dei giganti, poi spegne la luce. Ha sulla coscienza i due gol: sul primo si alza troppo per cercare l’anticipo, sul secondo commette il fallo della punizione. (Foto Ansa)

Alex Sandro: 5,5
Due le ipotesi: o c’era un decreto dall’alto che ne limitava le sortite o si tratta dell’ennesima serata non all’altezza della sua fama. Il timore è che sia giusta la seconda. (Foto Ansa)

Khedira: 5
Anche le polizze nascondono buchi. Complice il palleggio forsennato degli Spurs, il cancelliere tedesco corre spesso a vuoto. Esce al 66’ per manifesta difficoltà. (Foto Ansa)

Pjanic: 5,5
Dopo un minuto scarta un cioccolatino delizioso per Higuain. Troppo generoso quando in contropiede serve ancora il Pipita invece di tirare. Resta schiacciato dall’assedio Spurs. (Foto Newpress)

Bernardeschi: 5,5
Ricambia la fiducia di Allegri con lo spunto che dà il primo rigore. Nella ripresa Lloris gli nega il 3-1. Il suo apporto, però, finisce qui: troppo poco per avere Fede al ritorno. (Foto Newpress)

Douglas Costa: 6
Ci mette 45’ di troppo per capire che la difesa Spurs è una festa free drink: appena si butta nei balli prende un rigore. Poi si rivede all’86’ con un altro super guizzo. Perché Douglas? (Foto Ansa)

Mandzukic: 6
Non fatevi ingannare dai numeri: il 4-2-3-1 è un’illusione della distinta, perché, nella realtà, a Mario tocca uno sporchissimo lavoro quasi da mezzala. Ai suoi ordini, mister. (Foto Ansa)

Higuain: 7
Apologia dell’assurdo: doppietta in 9’. Sfiora il tris, che l’avrebbe candidato di diritto alle elezioni del 4 marzo. Lotta come un leone, ma il penalty fallito del 3-1 è un macigno. (Foto Newpress)

Allegri: 5,5
Vale il discorso al rovescio per Pochettino: se una squadra avanti 2-0 dopo 9’, poi si smarrisce, la scossa deve darla chi è al timone. Per la sentenza attendiamo l’appello di Londra. (Foto Ansa)

Bentancur: 6; Sturaro e Asamoah: s.v.
BENTANCUR: Entra al 66’ e ci mette la grinta che serve per rimettere un po’ gli Spurs al loro posto. STURARO: L’ultimo quarto d’ora al posto di Manzdukic per portare rifornimenti di energia. ASAMOAH: Entra al 91’ per Douglas Costa per scongiurare scherzi dell’ultimo istante. (Foto Ansa)

Lloris: 6
Sui due gol di Higuain tocca il pallone ma non quanto basta. Sul secondo rigore intuisce la traiettoria, ma non la tocca e basta: il tiro del Pipita è orrendo. Bravo su Bernardeschi. (Foto Newpress)

Aurier: 4,5
Ma chi è l’Aurier ex Psg? Già, ex. Non a caso. Il fallo da rigore su Douglas Costa è imbarazzante. Ammonito, era diffidato: salterà il ritorno. Assenza pesante, per la Juventus. (Foto Ansa)

Sanchez: 5
Il fatto di non causare un calcio di rigore è l’unica «nota di merito» in una serata da incubo. Higuain lo fa ammattire: spesso neanche con le cattive riesce a prenderlo. (Foto Newpress)

Vertonghen: 6
L’unico della linea difensiva a onorare il livello della partita. Cerca di mettere pezze a destra a e a manca. Se la barca non affonda, il merito è anche suo. (Foto Ansa)

Davies: 5
Il fallo da rigore è talmente netto che invece di protestare quasi si scusa con l’arbitro. E’ un errore che inevitabilmente condiziona la sua sciagurata prestazione. (Foto Ansa)

Dier: 6,5
Grandi geometri in mezzo al campo: con Dembelè forma un grande meccanismo che sostiene l’azione offensiva e mette pezze a quella difensiva. (Foto Newpress)

Dembelé: 6,5
Dalla cinta in su del Tottenham è l’elemento che dà muscoli e sostanza a tutto l’impianto. Meno evidente dei suoi colleghi raffinati, ma fondamentale nell’economia globale. (Foto Newpress)

Eriksen: 7,5
Si conferma il cervello offensivo: quando la squadra sembra in ginocchio, lui alza la testa e inizia a creare. Firma il 2-2 su punizione: una delle tanti specialità della casa. (Foto Ansa)

Alli: 5,5
Perde Higuain sul primo gol: il problema, però, è perché sia lui a trovarsi lì. Centellina quei colpi che lo hanno reso leggenda Oltremanica, ma si guadagna la punizione del pari. (Foto Ansa)

Lamela: 6
Sprazzi del genio che avevamo ammirato con la maglia della Roma. Da un talento così cristallino, però, ci si aspetta sempre un qualcosa in più. (Foto Ansa)

Kane: 7
E’ la regola del fenomeno: se gli dai tre palloni, magari i primi due li sbaglia, ma il terzo - stai sicuro - no. E così fa il buon Harry. Un esemplare che in A ci sogniamo di ammirare. (Foto Newpress)

Pochettino: 6
Un anno fa si fermò nel girone (non d’inferno) con Cska, Monaco e Leverkusen. L’approccio dello Stadium è da trauma, ma la reazione dei suoi è di carattere. Complimenti. (Foto Ansa)

Son s.v.
Appena una decina di minuti per il 2° marcatore degli Spurs. Occhio al ritorno... Senza toto anche Lucas Moura e Wanyama. (Foto Ansa)