Venerdì 19 Aprile 2024

Juventus, quanto lavoro da fare: preoccupa soprattutto la fase offensiva

Troppo pochi i ventisei gol messi a segno in campionato, anche perché le reti subite sono già quindici. Ma sono anche altri i problemi che affliggono Sarri

Ronaldo in azione contro la Lazio

Ronaldo in azione contro la Lazio

Torino, 9 dicembre 2019 - Dopo quella a Roma, un'altra trasferta si profila all'orizzonte per la Juventus, impegnata mercoledì sera in quel di Leverkusen per l'ultima partita della fase a gironi della Champions League. Con già l'obiettivo primo posto già in tasca, i bianconeri potranno utilizzare la sfida con i tedeschi, che dal canto loro possono ancora sperare nella qualificazione agli ottavi di finale, per provare a lavorare - senza l'obbligo del risultato - su alcune delle lacune palesate finora. A cominciare dalla fase offensiva: troppo pochi i ventisei gol segnati nelle prime quindici giornate di campionato (1,7 reti di media a gara), mentre le cose migliorano leggermente se si estende il discorso alla Champions, dove la Vecchia Signora ha realizzato dieci centri in cinque uscite. 

I campioni d'Italia hanno necessità di migliorare la propria prolificità anche alla luce del numero di gol incassati: quindici in serie A, cinque in campo europeo, ossia una media di uno a partita. Un dato inusuale per la Vecchia Signora, che con Maurizio Sarri tende a concedere di più agli avversari. Il gioco varrebbe la candela se l'attacco producesse numeri importanti, mentre diventa preoccupante nel caso di questa Juventus, che ha anche il difetto di non saper difendere il vantaggio acquisito. Già in sette occasioni da inizio stagione, la formazione piemontese è andata in vantaggio e poi si è fatta raggiungere (se non addirittura sorpassare dagli avversari), anche se di queste sette Bonucci e compagni alla fine ne hanno comunque vinte tre.

Un bel grattacapo da risolvere per Sarri, che deve fare i conti anche con i problemi di infermeria (Douglas Costa, Khedira e Ramsey su tutti) e con il cattivo rendimento di alcune pedine (vedi Bernardeschi ed Emre Can). Il quadro dipinto non è dei più incoraggianti, anche perché i bianconeri sono un cantiere aperto: la squadra non riesce a giocare con continuità come vorrebbe il proprio allenatore, anche se le idee dell'ex Napoli e Chelsea a volte si intravedono. Come si intravedono le potenzialità di una Juve che sta convincendo più in Champions (dove non a caso si è qualificata senza problemi) che in campionato, dove l'Inter comanda con due punti di vantaggio, con la Lazio indietro solo di tre lunghezze. 

Il lavoro che attende Sarri e i suoi uomini è tanto, alcuni esperimenti sono sul tavolo (Bernardeschi e Ramsey da mezzali) per far fronte all'emergenza infortunati, ma l'allenatore non ha molto tempo: l'ambiente gli chiede di vincere ma anche convincere e far divertire, come promesso al suo arrivo.